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Credito, Irfis punta a diventare in tre anni investment bank

Pubblichiamo un articolo tratto da MF-Sicilia e firmato dal giornalista Antonio Giordano sui progetti dell’Irfis

di Antonio Giordano

Un passaggio da 47 a 120 milioni di prestiti concessi, focus sulla consulenza aziendale e una nuova strategia di aiuto per le nuove imprese siciliane. Ecco alcuni dei dettagli del piano di sviluppo triennale dell’Irfis Finsicilia, il mediocredito partecipato dalla Regione siciliana e vigilato dalla Banca di Italia, che saranno discussi e approvati nel corso del Consiglio di amministrazione che è stato convocato per martedì prossimo. Dettagli che sono stati illustrati ed anticipati dal presidente Alessandro Dagnino nel corso di un incontro che si è tenuto alla facoltà di economia di Catania.

Si parte dalle start up. Oltre agli strumenti finanziari già a disposizione per le nuove imprese, infatti, l’istituto ha aperto dei canali di comunicazione con le Università siciliane per il sostegno alle idee di impresa degli studenti. “Il modello finanziario concepito in Usa per le start up è difficilmente applicabile in Italia, perchè troppo incentrato sull’equity” ha spiegato il numero uno dell’Irfis, “per questo è necessario elaborare una nostra strada e su questo stiamo lavorando”. Allo studio, infatti, secondo quanto spiegato dal presidente “una collaborazione con le università siciliane per creare delle borse di studio o dei premi destinati alle nuove imprese sulla scia di quanto hanno fatto anche altri istituti”. Ma l’istituto si propone anche di “ingrandire la torta”, quindi le risorse disponibili, ovvero cercare di attrarre fondi e investitori decisi a puntare sulle aziende siciliane. Obiettivo del nuovo piano triennale di crescita dell’istituto, inoltre, sarà quello di sviluppare appieno l’attività di consulenza per le imprese che si rivolgono all’Irfis. “Consulenza non solo individuale ma anche di sistema”, ha spiegato Dagnino “una strada che ci porterà ad essere una investment bank”.

Diverse le linee di azioni privilegiate in questo campo. Favorire la concentrazione di imprese e la nascita di reti tra le pmi siciliane ma anche operazioni di m&a, fusioni e acquisizioni tra aziende. Irifis, infine, dopo avere già aperto una collaborazione con la Bei, adesso punta al riconoscimento di Istituto territoriale di promozione per sfruttare al meglio le risorse del piano Juncker. “Nostro obiettivo è avere questo riconoscimento”, ha spiegato Dagnino, “ci vuole una decisione di carattere politica ma non credo che manchi la volontà”. “La nostra missione”, ha spiegato infine Dagnino, “è quella di essere vicini alle imprese del territorio promuovendo i finanziamenti alle sue imprese migliori e studiando soluzioni ad hoc”.

Missione non facile considerando che in Sicilia, secondo uno studio commissionato dalla stessa Irfis sulle banche aventi sede legale in regione, ci sono crediti deteriorati per circa 11 miliardi di euro a fronte dei 360 a livello nazionale e in cui la dimensione delle aziende è per il 65% quella delle micro e piccole imprese. Tra gli interventi già realizzati ci sono il salvataggio della Cesame, la storica azienda di sanitari del catanese passata ad una cooperativa composta da ex lavoratori, e l’emissione e sottoscrizione di due mini bond per le aziende siciliane.

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