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Area di crisi di Gela, sindacati sul piede di guerra contestano l’accordo di programma

“La legge utilizzata per l’area di crisi complessa di Gela agevola i “predatori”, non gli imprenditori. L’accordo di programma va vissuto come una sfida i grado di guardare il presente senza farci rimpiangere il passato ed il passato è la somma di capannoni vuoti costruiti con i soldi dello Stato, dell’unione europea, dei tanti patti che dovevano rilanciare le aree dove vi era in corso un processo lento e costante di deindustrailizzazione”. Lo sostengono i segretari generali di Cgil,Cisl e Uil della provincia di Caltanissetta (rispettivamente Ignazio Giudice, Emanuele Gallo, Maurizio Castania) in una lettera inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro per lo Sviluppo economico Luigi  Di Maio, al governatore siciliano Nello Musumeci, al commissario del Comune di Gela Rosario Arena in vista della riunione convocata per domani alle ore 12 e finalizzata alla firma dell’accordo di programma per l’area di crisi di Gela.

“Ci sono più di 400 mila abitanti stanchi di essere ingannati dai Governi che non si rendono conto che destinare solo 25 milioni a 23 Comuni significa non creare nulla, anzi, quel che è peggio con la legge utilizzata per il finanziamento significa correre il rischio di dare linfa a qualche imprenditore che tutto ha fatto nella sua vita di impresa tranne che creare occupazione sana e crescita economica – scrivono i sindacalisti -. A cosa ci riferiamo? Il massimo del finanziabile della legge 181/89, cumulando fondo perduto e tasso agevolato è il 75%. Essendo i progetti ammissibili a partire da 1,5 milioni ne consegue che il soggetto proponente deve avere almeno 375 mila euro oltre tutta l’Iva. Deve quindi avere minimo 705 mila euro. Non è per l’imprenditoria giovanile a meno che non siano giovani ricchi, se così fosse non avrebbero bisogno di aspettare i soldi dello Stato, da qui la nostra denuncia per una “ingiustizia sociale” che non ha precedenti”.

I sindacalisti si rivolgono al commissario del Comune di Gela, invitato alla riunione di domani, e gli rivolgono un messaggio preciso: “Caro Commissario sappia che per noi 25 milioni di euro vanno bene come acconto per ripensare alla crescita economica, sappia che 10 dei 25 milioni sono stati sottratti alla “zona franca per la legalità”, sappia pure che saremo con lei se lei deciderà di alzare civilmente la voce per evitare la presa in giro a danno di tanti cittadini perbene. L’accordo di programma così proposto è un arretramento sotto il profilo Istituzionale, lo scriviamo anche per dire al Ministro Di Maio, che come noi è del Sud, che la “questione meridionale” non si affronta senza analizzare bene il contesto sociale di alcune aree e che agli oltre 400 mila abitanti dell’area perimetrata non sono utili 58 euro a testa, è più utile una seria e concreta speranza di riscatto partendo dall’occupazione giovanile. Caro Presidente del Consiglio, caro Ministro, care Istituzioni regionali e locali, siete in tempo per evitare l’ennesimo danno ai siciliani, gli stessi che rivendicano legalità, lealtà e speranza”.

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Giovanni Megna