economia italiana

Arriva l’App “Resto al Sud” dedicata ai giovani imprenditori del Mezzogiorno

Se c’è una legge del precedente Governo che ha riscosso l’approvazione di tutte le parti in causa è la numero 123 del 3 agosto 2017, quella che ha convertito e reso definitivo il famoso Decreto-Legge numero 91 del 20 giugno 2017, felicemente soprannominato “Resto al Sud”. Per chi ancora non lo conosce, ricordiamo che si tratta di una serie di concrete e importanti misure a favore dei giovani imprenditori del Mezzogiorno, ovverosia gli under 36 residenti in Calabria, Basilicata, Campania, Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise e Abruzzo, con il fine di promuovere l’apertura di nuove startup e di contrastare il preoccupante spopolamento che si registra nel nostro Sud, dove i giovani sono, ancora come nel secolo scorso, obbligati a spostarsi al Nord o all’estero per trovare lavoro.

 

Il 3 luglio scorso c’è stato un importante appuntamento durante il quale il nuovo Ministro per il Sud Barbara Lezzi ha presentato una relazione che raccoglie i risultati dei primi sei mesi dell’operazione e un’App dedicata a quei giovani imprenditori che hanno già fatto richiesta e sono in attesa o di ricevere risposta o di sapere a che punto si trova il loro progetto.

Dall’incontro è anche emerso come i cittadini della nostra regione non hanno, forse, saputo approfittare completamente dell’opportunità loro offerta da questa interessante misura; la Sicilia si è classificata, infatti, solo terza nella classifica parziale che raccoglie i dati del primo semestre di attività, con 602 domande presentate sulle 3.422 già perfezionate (sono 11.420 quelle totali), che convertite in percentuale rappresentano solo il 17% del totale. A fare la parte del leone è la Campania, con 1.506 domande e un 44% percentuale che sembra un asso pigliatutto, mentre seconda si classifica la Calabria con 615 domande, praticamente a pari merito con la nostra regione.

 

Ricordiamo che resto al Sud concede a fondo perduto fino al 35% della spesa preventivata e la possibilità di accedere, per il restante 65%, a un finanziamento a tasso zero, presso una delle banche convenzionate, garantito dal Fondo per le PMI..

La misura si rivela, quindi particolarmente interessante per i giovani imprenditori che non abbiano più di 35 anni, questi sono i destinatari dei finanziamenti in oggetto, e abbiano intenzione di aprire una qualsiasi attività imprenditoriale nella propria regione. Oggi come oggi, infatti, non è semplice avere accesso al credito se non si hanno caratteristiche reddituali e lavorative tali da poter garantire la restituzione del capitale prestato; spesso, ad esempio, i giovani che desiderano aprire una startup devono ricorrere all’aiuto di familiari più anziani e con redditi più certi, solitamente i genitori, i quali si accollano il prestito dedicato all’operazione, o ne diventano garanti. Si calcola che una buona percentuale dei prestiti di cessione del quinto della pensione (guida alla cessione del quinto della pensione su Calcoloprestito.org), ad oggi uno dei migliori finanziamenti presenti sul mercato per facilità e velocità di erogazione, siano richiesti proprio con questa finalità.

 

Interessante, per concludere, la novità dell’App creata per poter gestire la propria domanda direttamente dallo smartphone; una sistema di notifiche permette, infatti, a chi ha inoltrato la domanda, di seguire step by step l’iter di avanzamento e avere sempre sott’occhio le date e le scadenze, onde evitare contrattempi o ritardi dovuti alla burocrazia. È una delle prime volte, se non direttamente la prima volta, come ha dichiarato l’AD di Invitalia, che un incentivo pubblico dispone di uno strumento digitale all’avanguardia che facilita la comunicazione tra cittadino e PA.

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