Autostrade, allarme per la Siracusa-Gela: “rischia di rimanere incompiuta”

E’ allarme rosso per la Siracusa-Gela. “Il nuovo direttore generale del Cas, Leonardo Santoro nomini al più presto il nuovo Rup, perché c’è il serio rischio che il tratto Rosolini-Modica della Siracusa-Gela resti opera morta ancora per molto tempo”. Lo dice il deputato regionale del M5S, Stefania Campo, alla luce della nuova nomina del dirigente del Cas, avvenuta nella serata di ieri, e dopo avere partecipato nei giorni scorsi alla riunione della IV commissione insieme ad Anas e Cas, nella quale si è fatto il punto della situazione rispetto a quella che è solo una delle opere stradali mai realizzate in provincia di Ragusa e delle quali non si fa altro che parlare, senza purtroppo ottenere risultati concreti.

Lo scorso 8 marzo con la Deliberazione n. 123 il Governo regionale ha riprogrammato i fondi del PO-FERS Sicilia 2014-2020 (perché altrimenti sarebbero andati perduti, la consegna di queste opere era prevista da bando per il 31/03/2019 ma a causa dell’interruzione, la scadenza era impossibile da rispettare) con l’inserimento del progetto che riguarda proprio il lotto Ispica-Modica della Siracusa-Gela. La cosa preoccupante però è che il finanziamento è subordinato ad un approfondimento esplorativo assegnato all’assessore regionale di verificare la praticabilità dell’iniziativa.

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La delibera di riprogrammazione fondi Po Fers inoltre è antecedente all’inchiesta della Procura di Messina per tangenti per la costruzione dell’Autostrada Siracusa-Gela, che ha portato all’arresto del Presidente di Condotte spa, del presidente del CdA della Cosige Scarl, dell’ex capo della segretaria tecnica di Crocetta e del funzionario del Consorzio Autostrade Siciliano. Questo significa che il nuovo direttore generale deve provvedere a nominare il Rup, e inoltre, visto che le aziende appaltanti sono coinvolte nell’inchiesta, sicuramente si dovrà scorrere la graduatoria o riappaltare il lavoro.

“Mi chiedo sempre – dice Stefania Campo -: perché in Sicilia quando un’opera pubblica ha un inizio, poi non è detto che trovi una fine? La risposta la sappiamo tutti ma è sempre molto pesante e difficile da sopportare”.

Published by
Giovanni Megna