Economia Sicilia

Banche, la Cgil: nessun nuovo posto di lavoro creato a Palermo

A Palermo continua lo svuotamento delle banche. Da Banca Sella, che aveva una sede di 7 piani in via Villareale e oggi occupa due piani in via Stabile, a Unicredit che ha ceduto lo storico Monte dei Pegni a un’azienda austriaca e ha trasferito il centro mutui a Milano. In Bnl la raccolta dei documenti avviene in sede ma le domande di mutuo vengono poi lavorate al centro nord, così come il servizio bonifici.
Alla Agos-Ducato, oltre alla chiusura già avvenuta di tanti sportelli, l’azienda propone incentivi al personale per lasciare Palermo e spostarsi ‘volontariamente’ a lavorare al centro e al Nord. Assieme alla scomparsa delle banche, alla chiusura degli sportelli bancomat, è in fase di estinzione il lavoratore bancario. A fare i conti è la Fisac Cgil, che lancia l’allarme: nessun nuovo posto di lavoro è stato creato a Palermo e in Sicilia in questi anni, solo assunzioni di siciliani al Nord Italia.

Dal punto di vista dell’occupazione si assiste a una vera sconfitta. “Le assunzioni non avvengono più qui – dichiara Gino Ridulfo, coordinatore per Palermo della Fisac Cgil Sicilia – Le banche non danno più opportunità di lavoro, prendono il personale qui per portarselo altrove. Dei 22.440 nuovi bancari assunti dal 2012 al giugno 2019, ne risultano 1.237 assunti in Sicilia. Si tratta di 1.237 giovani con la residenza in Sicilia ma assunti al Nord, non di assunzioni che premiano il nostro territorio. A Palermo continua solo la fuga. Ormai da noi manca la figura che può dare consulenza alle imprese del posto: assistiamo all’ impoverimento del territorio, non solo alla perdita secca di posti di lavoro”.

“Non era questo l’intento del Foc, il fondo alimentato dal contributo di tutti i dipendenti, istituito nell’ultimo rinnovo contrattuale, che avrebbe dovuto creare effettivo impiego al Sud, con la previsione nei piani industriali della realizzazioni di presidi operativi – denuncia il segretario Fisac Cgil Sicilia Ridulfo – Ebbene, dai prospetti del Foc, si evince che gli assunti nelle 8 regioni del Mezzogiorno d’Italia sono stati il 27 per cento. Peccato che nella nostra regione gli assunti, residenti in Sicilia, non sono stati assunti per lavorare in Sicilia, se non in numero insignificante, ma negli uffici del Nord Italia, dove gli istituti di credito in questi anni hanno trasferito i loro centri direzionali”.

Nel 2008, erano 13.097 i dipendenti bancari in Sicilia, di cui 3.954 a Palermo. Nel 2018, il numero è sceso a 10.271 in Sicilia e a Palermo 2.840, ovvero una riduzione del 29 per cento. “Stiamo assistendo a una fuga anche in questo settore, a una diminuzione di personale non solo quantitativa ma anche qualitativa, con una perdita secca di professionalità – dichiara il segretario Cgil Palermo Enzo Campo – Esodi e pensionamenti non sono compensati da nuove assunzioni. Oltre a chiedere assunzioni per Palermo e il meridione, per dare speranze ai giovani che vogliono costruirsi qui un futuro, e trovare risposte contro la disoccupazione giovanile e la desertificazione industriale, la Cgil assieme alla Fisac chiede che tornino i pezzi di lavorazione qualificata spostati al Nord. Oggi a Palermo gran parte del personale dismesso dalle filiali sta confluendo nel back office dei call center bancari”.

A Palermo sono arrivati negli ultimi 25 anni i più grossi istituti di credito. Finita l’era del benessere, è iniziato il decennio di ristrutturazione della rete bancaria, con la chiusura delle filiali e i trasferimenti delle amministrazioni centrali al Nord. “Perché i nostri bancari devono trasferirsi a Milano o a Bologna se le nuove tecnologie consentono di lavorare anche a Palermo? – aggiunge Gino Ridulfo – Le banche continuano a sfornare piani di riduzione del personale ma mentre al Nord agli esodi seguono le assunzioni, al Sud abbiamo solo esodi. Il gruppo Unicredit nel 2018 ha fatto 783 assunzioni: solo 48 di residenti nel Mezzogiorno. Il gruppo Intesa San Paolo, tra il 2017 e il 2019, ha fatto 1700 assunzioni, di cui 1.500 nel centro Nord, solo 100 a Napoli e 50 tra la Sicilia e il resto del Meridione. Hanno trasformato le banche locali in banche retail, smantellando e accorpando gli sportelli, questo è ciò che sta avvenendo”.

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Giovanni Megna