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Economia e sport: la difficile situazione della Sicilia

Fino a poche stagioni fa la Sicilia vantava in Serie A squadre come Palermo e Catania e Messina e l’isola era considerata uno dei luoghi ideali per fare sport ad altissimo livello. Oggi è cambiato molto, se non tutto, e la crisi che ha investito questi club si è ripercossa sull’intera economia sportiva del territorio. Proviamo a indagare sui motivi di questa “caduta” e a cercare di capire se esistono soluzioni nel breve e nel medio periodo.

In questo momento soltanto il Trapani tiene alto l’onore della Sicilia in Serie B ed è impegnato in una rincorsa alla salvezza che verrà seguita anche dai bookmaker interessati alla Serie B e ad altre serie “minori” del calcio tricolore. Veramente troppo poco per una realtà che appena pochi anni fa era considerata tra le migliori in Italia per competenza, seguito e ambiente.

Sono molte le ragioni alle basi della crisi. In primis quella dei mancati investimenti nell’impiantistica. Nonostante le piazze del sud restino tra le più appassionate e “calde” dello sport nazionale, non è stato fatto nulla per l’ammodernamento degli stadi e dei palazzetti, diventati in breve tempo strutture non all’altezza se non addirittura fatiscenti. La conferma dello scarso interesse delle amministrazioni per questo settore è documentata: appena due anni fa i dati parlavano di poco più di 3 milioni di euro investiti in strutture da parte dei nove capoluoghi. Una media di soli 2 euro a persona.

Una scarsa attenzione che ha avuto come conseguenze peggiori quelle di spaventare gli imprenditori pronti a investire nello sport e nelle strutture e che ha allontanato dall’isola moltissimi atleti, siciliani e non.

Non tutto, però, è ancora perduto. Serve una nuova cultura manageriale dello sport e risorse fresche da gestire con attenzione e oculatezza. Per la creazione della prima qualche passo in avanti è già stato fatto: va in questa direzione la creazione da parte del Lum del corso di laurea triennale in “economia aziendale internazionale – curriculum economia e politiche dello sport”. Un percorso di studi incentrato sulla comunicazione sportiva e sulle regole organizzative della governance sportiva che potrebbe dar vita a nuove professionalità da inserire nelle amministrazioni per dare nuova linfa al settore.

Le risorse, invece, potrebbero arrivare dal recente accordo stretto dall’Istituto per il Credito Sportivo nazionale e la Banca Europea per gli investimenti che mette a disposizione degli enti locali 200 milioni di euro per “interventi di costruzione, riqualificazione ed efficientamento ad ampio spettro delle strutture sportive”. Un’occasione da non perdere per una Regione che vuole tornare ai livelli economici e sportivi di pochi anni fa.

 

 

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