Economia Sicilia 2018, Srm: più imprese ma meno occupati

A fine 2018 in Sicilia sono attive quasi 369 mila imprese, il 21,7% del totale meridionale. Il loro numero risulta in leggero aumento rispetto al 2017 (+0,2%), con un calo delle imprese individuali (-0,9%) e delle società di persone (-0,1%, a 33.646 unità), e una crescita sensibile del numero di società di capitali (+5,1% a 63.132 unità). Una tendenza analoga è stata osservata nel Mezzogiorno e in Italia.

In termini settoriali, sono aumentate le imprese del comparto agricolo (+0,3%) mentre sono calate le imprese del manifatturiero (-0,8%), quelle del commercio (-1,3%) e delle costruzioni (-1,0%). Sono i dati contenuti nell’ultimo bollettino sulle imprese del Mezzogiorno pubblicato da Srm, il centro studi di Intesa Sanpaolo che realizza ricerche ed analisi sull’economia meridionale. La forza lavoro in Sicilia nel 2018 è stata mediamente costituita da un milione e 735 mila persone (il 22,9% del totale meridionale), in calo dello 0,3% rispetto al 2017. In calo sia il numero di occupati (-0,3%) che quello dei disoccupati (-0,5%), con il tasso di occupazione (rapporto tra occupati e totale della popolazione) stabile al 31,7%, dato peggiore rispetto a quello registrato nel Mezzogiorno (34,7%).

Stabile il tasso di disoccupazione generale (al 21,5%) e in peggioramento quelli femminile (al 24,3%) e giovanile (53,6%), tutti su livelli superiori al dato medio meridionale. A fine 2018 la Sicilia ha registrato un interscambio commerciale (import + export) con l’estero pari ad oltre 27,6 miliardi di euro, in aumento del 16,7% rispetto al 2017; le importazioni sono state pari a 16,8 miliardi (+17,6%) e le esportazioni pari a 10,7 miliardi (+15,3%); entrambe hanno registrato performance migliori che a livello meridionale. Il livello totale degli impieghi nell’Isola al IV trimestre 2018 ha registrato un calo sia in termini congiunturali (-2,5% rispetto al terzo trimestre 2018) si in termini tendenziali (-5,4% sul IV 2017) attestandosi a 57,8 miliardi di euro (il 22.5% del totale degli impieghi concessi nel Mezzogiorno). Il tasso di sofferenza ha registrato un calo portandosi al 9.9%, dato superiore a quello medio nazionale e meridionale.

Per quel che riguarda il Mezzogiorno a fine 2018 sono attive 1 milione e 700 mila imprese, 1/3 delle imprese attive in Italia. Rispetto al 2017, il dato è in aumento (+0,3%); guardando alla forma giuridica, si riduce il numero delle imprese individuali (-0,9%) e delle società di persone (-2,3%), mentre crescono considerevolmente le società di capitali (+6,4%), una tendenza comune alle altre aree del Paese. Ad eccezione del comparto agricolo (+0,1%) si riduce il numero di imprese in tutti i principali macro-settori: commercio (-0,8%), manifatturiero (-0,6%) e costruzioni (-0,1%). La forza lavoro del Mezzogiorno nel 2018 è risultata pari a 7 milioni e 564 mila individui (il 29,1% del totale nazionale), in calo dello 0,4% rispetto al 2017. Il numero di occupati è salito a 6 milioni e 173mila persone (+0,8%), mentre il numero dei disoccupati è sceso a 1 milione e 391mila unità (-5,3% contro -5,1% nel Centro-Nord e -5,2% in Italia). Il tasso di occupazione è salito al 34,7%, e il tasso di disoccupazione è lievemente migliorato (al 18,4%, dal 19,4% del 2017); in miglioramento anche il tasso di disoccupazione giovanile (da 51,4% a 48,4%) e quello femminile (da 21,8% a 20,9%). Nel 2018 il Mezzogiorno ha registrato un interscambio commerciale con l’estero pari ad oltre 103,7 miliardi di euro, in aumento del 7,6% rispetto all’analogo periodo del 2017; le importazioni sono state pari a 54,5 miliardi (+9,5%) e le esportazioni pari a 49,3 miliardi (+5,5%).

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Antonio Giordano