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Economia Sicilia, Bankitalia: “Contrazione di dimensioni mai rilevate dal dopoguerra”

Economia Sicilia: il naufragio è ormai certificato. Pil a picco in Sicilia, dove come nel resto d’Italia, l’emergenza sanitaria ha causato “una contrazione dell’economia di dimensioni mai rilevate dal dopoguerra a oggi”. A lanciare l’allarme è Bankitalia nel tradizionale rapporto sull’economia dell’Isola redatto dalla sede di Palermo con la collaborazione delle filiali di Agrigento e Catania su un campione di circa 300 imprese con almeno 20 dipendenti. Secondo le stime di Prometeia nel 2020 il Pil siciliano, dopo la sostanziale stazionarietà dell’anno precedente, si sarebbe ridotto dell’8,4 per cento (-8,9 in Italia). “Secondo l’Indicatore trimestrale dell’economia regionale della Banca d’Italia – si legge nel rapporto -, il forte calo del prodotto registrato nel secondo trimestre si è successivamente attenuato; tuttavia nell’ultimo trimestre dell’anno, in concomitanza con le nuove misure restrittive alla mobilità e alle aperture degli esercizi commerciali, la contrazione è tornata ad accentuarsi”.

Economia Sicilia: persi 15.000 posti di lavoro

Quasi 15mila posti di lavoro in fumo in Sicilia nel 2020. L’emorragia di occupati ha colpito soprattutto i lavoratori autonomi e dipendenti a termine e a farne le spese sono stati in particolar modo giovani e donne. A scattare la fotografia della situazione del mercato del lavoro nell’Isola è Bankitalia nel tradizionale rapporto sull’economia della Sicilia elaborato dalla sede di Palermo e presentato stamani. “Le ripercussioni sul mercato del lavoro della pandemia e delle misure adottate per il suo contenimento sono state consistenti”, si legge nel report. 

In termini quantitativi l’occupazione è diminuita in media dell’1,1 per cento a fronte di una riduzione del 2 per cento nel Mezzogiorno e nella media nazionale. Dopo la forte contrazione del numero di occupati nel secondo trimestre del 2020, si è osservato solo un parziale recupero nei trimestri successivi legato alla ripresa delle attività nei mesi estivi e alle minori restrizioni adottate.

Trai settori più colpiti quello dei servizi, in particolare la scure si è abbattuta su alberghi e ristoranti. “Il numero di ore lavorate ha registrato un eccezionale calo (-10,2 per cento) – si legge nel report di Bankitalia – e si è osservato il valore minimo dall’anno di disponibilità del dato a livello regionale, il 2004”.  Nella media del 2020 il tasso di occupazione per gli individui tra i 15 e i 64 anni è rimasto sostanzialmente stabile al 41 per cento, ben al di sotto del dato Italia (58,1). Il calo degli occupati è stato controbilanciato dalla riduzione della popolazione residente in età lavorativa.

“L’indicatore si è ridotto per i più giovani, in particolare nella classe tra i 25 e i 34 anni, per gli individui in possesso del diploma e per le donne; in quest’ultimo caso è tornato ad ampliarsi il divario con gli uomini”, spiegano dalla Banca d’Italia.

Nel 2020 il numero di ore autorizzate di Cig in Sicilia è stato pari a oltre 92 milioni: dieci volte di più rispetto al 2019. Poco meno di un terzo è da riferirsi ai comparti del commercio, alberghi e ristoranti, rilevante è risultato anche il numero di ore autorizzate nell’edilizia. E’ quanto emerge dal tradizionale rapporto sull’economia della Sicilia elaborato dalla sede di Palermo di Bankitalia e presentato stamani.  “Oltre i due terzi del ricorso ai Fondi di solidarietà, pari complessivamente a 48 milioni di ore, sono relativi ad alberghi, pubblici servizi e attività varie (professionisti, artisti, ecc.) – si legge nel report -. Il numero totale di ore di Cig e Fds autorizzate in regione nel 2020 corrisponde all’orario di lavoro di circa 81.900 lavoratori a tempo pieno per un anno”. Dai dati sul 2021 si osserva un nuovo ampliamento del ricorso ai regimi di integrazione salariale: complessivamente nei primi quattro mesi dell’anno sono state autorizzate circa 45 milioni di ore tra Cig e Fds. In Sicilia i lavoratori autonomi che hanno beneficiato dell’indennità di 600 euro, introdotta dal decreto ‘cura Italia’, secondo i dati dell’Inps sono stati circa 178.000, il 6,3 per cento del totale italiano.

Economia Sicilia: turismo a picco causa Covid

Presenze turistiche più che dimezzate in Sicilia nel 2020, con un’assenza più marcata degli stranieri rispetto agli italiani. E’ quanto emerge dal tradizionale rapporto Bankitalia sull’economia dell’Isola elaborato dalla sede di Palermo e presentato stamani durante una conferenza stampa in streaming. Lo scorso anno il movimento di aeromobili negli scali siciliani si è più che dimezzato e il traffico di passeggeri è diminuito del 62,8 per cento. Dopo il sostanziale azzeramento dei mesi primaverili, il numero di passeggeri è tornato a crescere in estate, raggiungendo ad agosto il 60 per cento del volume dello stesso mese del 2019. Nei mesi autunnali, però, il traffico è tornato a ridursi e a dicembre il numero di passeggeri era pari a circa un quinto di quello dello stesso mese dell’anno precedente. Non va meglio considerando il traffico passeggeri nei porti siciliani: lievemente cresciuto nel 2019, lo scorso anno si è ridotto di oltre il 40 per cento, con i movimenti dei crocieristi che si sono quasi annullati (-90,3 per cento). Il traffico merci è sceso del 4,1 per cento, a causa della minore movimentazione di prodotti petrolchimici (-9,3), mentre negli altri comparti la crescita è stata del 5,8 per cento.

Troppe famiglie in condizione di povertà assoluta

A dicembre dello scorso anno le famiglie che in Sicilia potevano contare su reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza e reddito di emergenza erano circa il 13,8 per cento, a fronte dell’11,5 per cento nel Mezzogiorno e del 6,1 per cento in Italia. Il dato è contenuto nel rapporto Bankitalia sull’economia dell’isola, elaborato dalla sede di Palermo e presentato oggi alla stampa. Già nel 2019, sulla base dei dati Istat, su un totale di due milioni di nuclei familiari, nell’isola circa il dieci per cento era in stato di povertà assoluta , una quota superiore a quella nazionale. Tra questi, quasi i due terzi non avevano nemmeno un componente occupato, un dato superiore a quanto avviene nella media italiana (dove è pari a poco più della metà).

Alla fine del 2020, circa una famiglia su sette nell’Isola percepiva un supporto economico.  “Le stime preliminari per il 2020, disponibili solo per il Mezzogiorno e l’Italia, segnalano un significativo aumento della povertà assoluta rispetto all’anno precedente – scrive Bankitalia -. Nel 2020, anche a seguito del calo del reddito familiare indotto dalla crisi da Covid-19, è cresciuto il ricorso al Reddito e alla Pensione di cittadinanza (RdC e PdC)”. Il numero di famiglie beneficiarie al termine dell’anno ha raggiunto quasi le 225.000 unità, in aumento del 24,1 per cento rispetto alla fine del 2019 (20 per cento in Italia). Tra queste, i nuclei percettori di PdC erano circa 21.000. L’importo medio mensile è stato di circa 580 euro (rispettivamente 620 per il RdC e 260 per la PdC). “Le famiglie beneficiarie delle misure rappresentano l’11,2 per cento di quelle residenti in regione, una quota superiore sia a quella del Mezzogiorno sia alla media nazionale (rispettivamente 9,2 e 4,8 per cento)”, si legge nel rapporto della Banca d’Italia.

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Giovanni Megna