La Sicilia è al secondo posto tra le regioni esportatrici del Mezzogiorno, subito dopo la Campania, e al decimo su scala nazionale. Dopo la brusca frenata dei primi mesi dell’anno, secondo quando certificato dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia, l’export è infatti tornato a crescere nel terzo trimestre 2019 attestandosi complessivamente su 6,8 miliardi di euro, con un aumento del 11% rispetto al trimestre precedente. “I nostri prodotti – commenta Nino Salerno, delegato per l’internazionalizzazione di Sicindustria/Enterprise Europe Network – continuano a sedurre i mercati. Il made in Sicily ha un appeal che merita di essere valorizzato sempre di più. Attenzione però, perché per competere sui mercati esteri occorre essere ben preparati e strutturati. Ed è il lavoro che noi svolgiamo quotidianamente con Sicindustria e grazie al supporto di Een, la rete della Commissione europea che sostiene le pmi nel processo di internazionalizzazione, di cui siamo partner da oltre dieci anni”.
Een può contare, d’altronde, su 600 organizzazioni con più di 3000 professionisti esperti in oltre 60 paesi e fornisce un’assistenza personalizzata e gratuita alle imprese offrendo numerosi servizi, tra cui: individuazione di nuovi partner commerciali, produttivi e tecnologici; organizzazione di missioni commerciali; partecipazione a fiere internazionali; formazione; informazioni sulla legislazione UE e su temi europei; partecipazione a programmi europei.
I MERCATI DEL MADE IN SICILY
“Le opportunità per le imprese siciliane sono moltissime – continua Salerno – e Sicindustria grazie anche al supporto di Confindustria nazionale e alle collaborazioni costanti che ha con ambasciate, Ice-Agenzia, Sace-Simest, Camere di commercio e istituti di credito riesce ad avere sempre una mappa aggiornata”.
Una cosa è certa: nonostante le incertezze e il clima di tensione geopolitica, nel prossimo triennio, come certificato da Sace, l’export italiano continuerà ad avanzare (+4,3% nel 2020-2022) sfiorando i 500 miliardi di euro già nel 2020 e superando i 540 nel 2022. In particolare, secondo la “cabina di regia per l’internazionalizzazione” di Confindustria, tra le geografie a più alto potenziale per esportazioni e investimenti nel medio-lungo termine, ci sono 15 Paesi prioritari (Usa, Cina, Russia, Giappone, Germania, India, Vietnam, Polonia, Emirati Arabi Uniti, Brasile, Canada, Messico, Franci, Sud Corea e Marocco), mentre tra quelli da tenere sotto osservazione rientrano Repubblica Ceca, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Indonesia, Kenya, Mozambico, Nigeria, Sudafrica. “La Sicilia – conclude Salerno – è pronta a giocare un ruolo di primo piano e Sicindustria/Een continuerà a lavorare affinché le nostre imprese facciano sistema, così da essere sempre più forti e competitive all’estero”.
E A GENNAIO CON BEE NET LE IMPRESE SICILIANE LAVORERANNO IN RETE CON LE PMI EUROPEE
A gennaio 10 reti d’impresa europee saranno pronte a partire. Entra nel vivo Bee Net (Building European Export Networks), il progetto pilota per reti d’impresa europee targato Enterprise Europe Network, cofinanziato dalla Commissione europea. E la Sicilia gioca un ruolo da protagonista: su 192 imprese europee iscritte nella piattaforma online, 82 sono italiane e, di queste, ben 36 siciliane. Obiettivo è quello di supportare la cooperazione tra piccole e medie imprese europee che vogliono crescere a livello globale e sviluppare un modello comune e replicabile per l’internazionalizzazione.
“Per la prima volta – afferma Giada Platania, responsabile del servizio di internazionalizzazione di Sicindustria e coordinatrice del progetto Bee Net – la Commissione ha deciso di scommettere sull’unione delle imprese europee per riuscire a farle sopravvivere in uno scenario globale difficilissimo, dove è fondamentale far emergere la forza del brand Europa rispetto ai giganti dell’economia, Cina e Stati Uniti in primis, e ai paesi emergenti. E lo ha fatto attraverso la rete Enterprise Europe Network, di cui Sicindustria è partner. Il risultato è che, per la prima volta, Een ha avuto la possibilità di co-finanziare direttamente reti d’impresa, attraverso un cascade funding”.
Partner del progetto sono Sicindustria (capofila), la Camera di commercio di Barcellona e il Centro per l’Innovazione della Lituania, affiancati da cinque stakeholder (RetImpresa, la Confederazione degli industriali della Lituania, il Consiglio delle Camere di commercio della Catalogna, European Family Businesses Federation e l’Università degli studi di Palermo).
“Le imprese – spiega Platania – hanno avuto a loro disposizione una piattaforma integrata online, BEE2Match.com, attraverso cui hanno mostrato i loro interessi, proposto idee e impostato collaborazioni strutturate con altre aziende”. Il risultato è stato la creazione di dieci reti d’impresa europee composte da 4 a 8 pmi di almeno tre paesi diversi e la Sicilia è presente in quattro di queste reti, tre dedicate all’agrofood e una alle energie alternative: dalle aziende trapanesi Zicaffè e Stramondo a quelle agrigentine Campo d’Oro e Società agricola Tenuta Casalazzi; dalla ragusana Nova Quadri alla trapanese Inliaison e all’Azienda agricola Giuseppe Provenzano di Trappeto, in provincia di Palermo. Dal caffè alle conserve, dall’olio al miele e alle energie rinnovabili la Sicilia è un attore chiave del made in Europe.