Inchiesta firme false a Cinque stelle, in procura sfilano i testimoni

Per gli interrogatori degli indagati (otto o forse più) bisognerà aspettare ancora qualche giorno ma intanto a Palermo, in procura, continuano a sfilare i testimoni di quello che ormai è per tutti il caso firme false in casa Cinque Stelle: i magistrati stanno cercando di ricostruire cosa accadde alla vigilia delle elezioni comunali del 2012.

L’inchiesta non riguarda soltanto la ricopiatura delle firme per la presentazione delle liste, ma anche la presenza di firme del tutto false: alcuni presunti sottoscrittori della lista di M5S hanno dichiarato di aver firmato, nel 2011, solo per il referendum sull’acqua. Tra questi c’è anche Fabio Trizzino, avvocato e marito dell’ex assessore regionale Lucia Borsellino (figlia di Paolo), che sarà ascoltato nei prossimi giorni. “Sono quasi certo di non aver firmato per 5 stelle: alle Comunali di Palermo del 2012 sostenevo attivamente un’altra lista e un altro candidato sindaco – dice Trizzino -. Se le cose stanno davvero così, se la mia firma è stata utilizzata da 5 stelle per la loro corsa al Comune, mi costituirò parte civile al processo”.

E il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ammette: “Siamo in apprensione e chiediamo alla magistratura di farci sapere la verità”.”Ho sempre pensato che quando una forza politica commette un errore la si giudica da come reagisce. Noi abbiamo chiesto l’autosospensione di coloro che risulteranno nel registro degli indagati anche se il registro degli indagati non è pubblico. Non credo che la vicenda delle firme false possa incidere sul referendum costituzionale – afferma Di Maio – chi la strumentalizza senza averne alcuna credibilità sbaglia e si illude che possa danneggiare il No”.

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