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Intesa-San Paolo, ricerca Srm: in Sicilia lo sviluppo cammina sulle vie del mare

Palermo – Le vie del mare asset strategici per lo sviluppo del territorio della Sicilia. Questo il tema del convegno “L’Economia del mare, opportunità concreta di sviluppo” promosso ed organizzato da Intesa Sanpaolo con il supporto di SRM (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo) e finalizzato a creare un momento di confronto sulle straordinarie opportunità e potenzialità che l’economia del mare può avere in Sicilia. Il convegno, svoltosi presso l’Arsenale della Marina Regia di Palermo, ha coinvolto autorità, associazioni di categoria, autorità portuali ed aziende che operano nel settore.

Dopo i saluti introduttivi di Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare, Alessandra De Caro, responsabile dell’Arsenale della Marina Regia, Soprintendenza del Mare e di Giuseppe Cicero, direttore Area Imprese Sicilia di Intesa Sanpaolo, il direttore generale di Srm, Massimo Deandreis ha presentato il report di Srm su “Rischi e Opportunità al centro del Mediterraneo”.

Sono poi seguiti gli interventi di Pierluigi Monceri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo per Lazio, Sardegna e Sicilia, sul “Quadro macroeconomico regionale e l’evoluzione connessa alla trasformazione degli scenari marittimi”, di Vincenzo Cannatella, presidente Autorità Portuale di Palermo su “Il sostegno del porto di Palermo e dell’economia del mare per lo sviluppo del territorio”, di Guido Grimaldi, Corporate Short Sea Commercial Director della Grimaldi Group, su “Lo sviluppo delle rotte marittime della Sicilia: il caso Grimaldi “, di Sebastiano Tusa su “Il mare giacimento culturale”, di Fabio Mazzola, prorettore Università di Palermo, sui “Flussi Globali e competitività regionale” e di Alessandro Albanese, presidente Camera di Commercio di Palermo e Amm.re Unico Società Interporti Siciliani, sulla “Funzione del Mare e Nuovi Progetti di Sviluppo”.

Il convegno si è chiuso con una visita guidata all’Arsenale della Marina Regia a cura dell’arch. Alessandra De Caro e della dott.ssa Gabriella Monteleone, della Soprintendenza del mare.

Pierluigi Monceri, direttore regionale Intesa Sanpaolo per Lazio, Sardegna, Sicilia: “L’analisi di SRM e la conoscenza delle dinamiche economiche della regione danno grande evidenza ed importanza al ruolo strategico dell’economia del mare, intesa in tutte le sue declinazioni. Il sistema portuale di Palermo tutto il settore sono già importanti ma presentano ancora grandi possibilità di crescita. È uno sviluppo assolutamente necessario per assicurare all’Isola tutte le opportunità di crescita e rafforzare la sinergia con altri comparti, in particolare con quello turistico e per favorire la spinta all’internazionalizzazione per il settore agroalimentare e manifatturiero.”

Massimo Deandreis, direttore generale SRM: “La nostra ricerca evidenzia che nonostante il contesto di instabilità politica, il Mediterraneo è sempre più centrale nelle rotte globali e nelle strategie degli operatori marittimo-portuali. Questo grazie al nuovo Canale di Suez, al crescente ruolo della Cina ed al recente allargamento del Canale di Panama che avrà impatti anche per noi. La Sicilia per la sua posizione geografica può, meglio di altri, cogliere le opportunità che si aprono e accettare la sfida competitiva che arriva da altri porti mediterranei. Puntare con più convinzione sul cluster marittimo e sull’attuazione della Riforma Delrio diventa quanto mai strategico per una regione che ha il 87% del suo interscambio via mare e dove, ogni anno, passano dai suoi porti oltre il 13% del totale nazionale delle merci e oltre nove milioni di passeggeri.”

Traffico Merci e Passeggeri in Sicilia

Il sistema dei porti siciliani (Catania, Messina-Milazzo, Palermo-Termini Imerese, Augusta) nel 2016 ha superato le 64,5 milioni di tonnellate di merci, il dato è il più alto dell’ultimo quadriennio; esso rappresenta il 13,4% del totale nazionale. È importante la componente Oil che supera il 67% del totale. Palermo totalizza 6,8 milioni di tonnellate di merci movimentate.

Nel segmento del RO-RO gli scali siciliani sono tra le eccellenze italiane; con quasi 19 milioni di tonnellate l’isola rappresenta il 20% del totale Italia ed oltre il 40% del totale Mezzogiorno. Il traffico ha registrato un aumento del 3% nel 2016 rispetto all’anno precedente. Il Ro-Ro rappresenta l’87% del traffico del Porto di Palermo con circa 6 milioni di tonnellate di veicoli movimentati.

Oltre 7.000 navi hanno movimentato merci e/o passeggeri nel porto di Palermo nei primi 11 mesi del 2016 (+14% sullo stesso periodo dell’anno precedente).

In termini di passeggeri, invece, i porti siciliani rappresentano oltre il 20% del totale Italia; le stime di fine 2016 parlano di 9,3 milioni di persone; il Porto di Palermo dovrebbe attestarsi sui 2 milioni di passeggeri (+8% sul 2015).

Anche in termini di crociere gli scali siciliani hanno intrapreso un percorso di sviluppo importante che li ha portati al raggiungimento di quasi un milione di turisti nel 2016 di cui più della metà sono movimentati dal Porto di Palermo.

In particolare nel Porto di Palermo per l’anno 2017 sono previste 150 toccate nave di cui 57 concentrate nei 4 mesi estivi. Il dato riveste particolare importanza in quanto la destagionalizzazione del turismo è un segnale positivo per il territorio e denota un interesse del turista stesso a visitare il luogo a prescindere dal collegamento con la stagione balneare. Di fatto il 62% delle navi arriva in mesi non estivi; 32 toccate riguardano addirittura l’inverno (da dicembre a marzo).

Secondo le stime di SRM, gli scali siciliani generano oltre 2 miliardi di euro di valore aggiunto per l’economia nazionale; 1,3 miliardi se consideriamo solo l’economia regionale.

Imprese, valore aggiunto, Import ed Export

La Sicilia ha un valore aggiunto generato dal totale dei settori connessi all’economia del Mare pari a 20,7 miliardi di euro, il 4,6% del totale del valore aggiunto del territorio.

Palermo, con 4.463 unità, è la settima provincia in Italia per numero di imprese connesse ai settori marittimi. È la terza nel Mezzogiorno dopo Napoli e Salerno. Con 27.600 persone, è quinta in Italia per numero di occupati generati dalle imprese connesse all’economia del Mare. Il trasporto marittimo è fondamentale per l’internazionalizzazione dell’economia della Sicilia;

· l’87% dell’import-export del territorio avviene con il mezzo navale (in Italia il 37%), si tratta di circa 10 miliardi di euro. Il dato sull’import e sull’export è in calo per motivazioni essenzialmente collegate al prezzo del petrolio

· La destinazione principale servita dall’import-export siciliano è il Medio Oriente con il 34% del totale.

Diporto Nautico in Sicilia

La Sicilia è 5° in Italia per numero di posti barca destinati alle unità da diporto: sono oltre 14mila. La Sicilia, con 266 punti di ormeggio, è 5° anche per numero di posti barca destinati alle unità da diporto superiori ai 24 metri considerate imbarcazioni ad elevato valore aggiunto.

La spesa di queste unità, nelle acque italiane, è stata stimata in 209 milioni di euro (stima basata su un campione di 1.200 unità in transito, per una permanenza media di 3,8 giorni e con una spesa media giornaliera di 8.900 euro).

La nautica da diporto, ha un ottimo moltiplicatore di occupazione: infatti un occupato nel settore genera altri 6,4 occupati nel sistema economico. Un euro speso, ne attiva 4 nell’economia.

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