economia italiana

Intesa Sanpaolo: 30 miliardi di investimenti al Sud

Noi abbiamo immaginato di fare una proposta a questo territorio mettendo a disposizione 30 miliardi di euro nei prossimi 2 anni per investimenti”. E’ quanto ha detto il Consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, intervenendo a Mola di Bari ad una iniziativa per presentare l’investimento nella start up di Matipay, per i pagamenti digitali nelle vending machine, nella quale il gruppo ha investito 7 milioni di euro.

Fare questo intervento, ha proseguito Messina, “significa finanziare le famiglie e le imprese che vogliono investire su questo territorio, quelle imprese che vogliono dedicarsi a investimenti infrastrutturali e questo, abbinato all’azione del Governo, può accelerare la crescita”. “Negli ultimi 10 anni – ha detto ancora – si sono persi 23 miliardi di euro di investimenti al Sud, 70 miliardi nell’intero Paese. L’impegno di Intesa è mettere a disposizione molto più di quanto si è perso negli ultimi dieci anni. Noi vogliamo fare in modo in due anni, se esiste il potenziale di domanda da parte delle aziende, di aiutarle a ricostruire quello che si è perso. Se il Sud non accelera non è solo l’Italia a non accelerare, ma l’Europa”.

Messina ha annunciato l’intento di sviluppare un hub per l’innovazione in questo territorio per lavorare su quei settori che sono i più importanti, come l’aerospaziale, l’automotive, la filiera alimentare, e vogliamo farlo posizionando qui fisicamente delle nostre persone e creando un ambito in cui possano anche venire i giovani e le startup a lavorare e a trovare luoghi fisici dove sviluppare le loro competenze e le loro idee. Qualche mese e saremo operativi”, ha detto Messina. “Si parla da anni di creare una Banca pubblica per il Mezzogiorno”, ha detto il Ceo. “Vorrei far presente che una Banca del Mezzogiorno esiste già e si chiama Intesa Sanpaolo. Ed è una banca tra le più solide e meglio capitalizzate di Europa con un forte network internazionale. Messina ha sottolieato che è necessario sfatare il mito delle banche italiane che raccolgono risparmio al Sud e lo impiegano al Nord.

“In passato abbiamo avuto strumenti anche pubblici di intervento in venture capital ma alcuni, soprattutto al Sud sono stati molto insoddisfacenti . Uno degli impegni che mi sto assumendo è studiare come fare lavorare bene il fondo nazionale innovazione”, dice il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, intervenendo telefonicamente ad una tavola rotonda organizzata nella sede del Gruppo Angel a Mola di Bari, per la presentazione della start Up Matipay, nella quale Neva Finventures, il Corporate venture capital che fa capo a Intesa Sanpaolo ha investito 7 milioni di euro. L’operazione permette alla banca di accedere a un nuovo sistema di pagamento che consente acquisti cash utilizzando la rete delle vending machine. “Questa è una giornata fondamentale per l’innovazione e la finanza al servizio di tutto il Paese. È inusuale quello che state realizzando – dice ancora il ministro – : il più grande gruppo bancario italiano, Intesa Sanpaolo, che fa un investimento innovativo e lo fa al sud. Il metodo che emerge è che l’investimento in venture capital è essenziale per accelerare l’innovazione. Intesa sta facendo quello che dovrebbero fare le altre aziende del capitalismo italiano, guardare alle piccole aziende, investire, dare coraggio. Diffondere questa logica credo che sia utile a tutto il Paese”.

“Con il presidente Conte – ha proseguito Provenzano – siamo al lavoro sul Piano Sud, e lo presenteremo nei prossimi giorni, per rilanciare il Piano di investimenti per il Sud che è un piano per l’Italia. Investire al Sud fa bene all’intero Paese, all’imprese del centro nord, è un capovolgimento del paradigma di questi anni, ma abbiamo il fattore tempo con cui fare i conti, l’investimento buono deve essere fatto nei tempi giusti e per il Mezzogiorno questo tempo era ieri. Questa urgenza ve la voglio trasmettere, perchè non riguarda solo la politica, ma riguarda tutti noi. Dobbiamo fare un cambio di passo sugli investimenti. La vera innovazione da compiere – ha detto – è sul metodo, non basta solo mettere fondi in bilancio ma dobbiamo stabilire come cadono e a chi arrivano, su questo dobbiamo lavorare tantissimo. Il Piano Sud sarà soprattutto un metodo per rafforzare la capacità progettuale. Il Sud non è una causa persa e la Puglia è stata sempre un riferimento”.

“Quando sono venuto a incontrarvi la prima volta – ha detto ancora il ministro – ho cercato di capire cosa stava facendo la differenza e credo che a fare la differenza sia l’ecosistema che state mettendo in piedi: aziende che scambiano competenze con l’università, con il mondo della ricerca, con le istituzioni. Penso che dobbiamo lavorare a rafforzare questi ecosistemi. Ieri – ha detto ancora – ho incontrato Gaetano Manfredi (rettore dell’università Federico II di Napoli, ndr) e ho parlato con lui delle università del Sud, sulle quali non voglio buttare la croce: dobbiamo capire come farle funzionare e come farle entrare nella programmazione europea. Una delle missioni dei prossimi anni è il trasferimento tecnologico”. “Due cose mi colpiscono in questa realtà e che da Mola di Bari parlano all’Italia – ha detto ancora -: il coraggio, le aziende del Sud hanno bisogno di supporto e della leva pubblica che troppo spesso è mancata, ma anche di iniezioni di coraggio per crescere e inserirsi nei mercati internazionali e anche di compiere i giusti passaggi generazionali”. “Si può arrivare su Marte e fare finanza – ha concluso – se c’è questo ecosistema accogliente che, anche attraverso un sistema di infrastrutture che funziona, dà l’opportunità di sperimentare a molti giovani il diritto a restare. In Cina chiamano ‘tartarughe marine’ le persone che hanno fatto esperienza all’estero e che poi trovano le ragioni, gli stimoli e le opportunità per tornano e hanno fatto grande quel paese. Questo deve essere un po’ il nostro orizzonte per il Sud”.

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