economia italiana

La Msa riprende la sua corsa e punta sugli Usa

La Msa riprende a correre e punta sugli Usa. Sotto la guida di Daniele Martignoni – ingegnere con un passato da pilota nella Formula 1 della motonautica – l’azienda di ammortizzatori per treni, veicoli industriali e commerciali ha ripreso a correre che, prima del fallimento, faceva capo all’imprenditore nisseno Antonello Montante, da poche settimane ha inaugurato una nuova sede ad Asti.

I 60 lavoratori stanno gradualmente rientrando dalla cassa integrazione: «Tra aprile e maggio saremo a pieno regime e forse avremo la necessità di fare straordinari» anticipa il direttore generale.

Lo stabilimento appena inaugurato – 11 mila metri quadrati di superficie coperta con impianti 4.0, un investimento complessivo superiore a oltre 18 milioni di euro – dà il segno di quanto i progetti della nuova compagine societaria siano ambiziosi.

«Coltivo il sogno di un’azienda bella e tecnologicamente all’avanguardia, penso che siamo sulla buona strada», dice Martignoni. In uno dei laboratori si sta mettendo a punto l’ammortizzatore intelligente per i treni, una partnership con marchio giapponese Hitachi. E’ una delle chicche a cui lavora lo staff tecnico, un pool di giovani ingegneri provenienti dal Politecnico di Torino, Milano e dall’Università di Parma, coordinati da esperti degli stessi atenei.

«Il prodotto in fase avanzata di messa a punto dialogherà con la cabina di regia del treno, restituendo informazioni su beccheggio e rollio corretto, un valore aggiunto per la sicurezza e non solo – spiega Martignoni – inoltre l’energia prodotta nel funzionamento verrà recuperata e alimenterà il wifi della carrozza». Il progetto, che ambisce al brevetto mondiale, è la punta di diamante dell’Innovation Department con il quale l’azienda intende sviluppare nuovi modelli di ammortizzatori con elevate performances in termini di efficienza, durabilità, sostenibilità. In un’altra ala del capannone gli operai stanno finendo di montare il nuovo impianto di verniciatura ad acqua, impatto minimo sull’ambiente.

 «Ci muoviamo tra grandi incrociatori americani e tedeschi come una piccola nave corsara – scherza il direttore generale – puntiamo sulla velocità, sull’affidabilità del prodotto e su nicchie di mercato». Pur mantendendo il core business nel settore ferroviario – tra i clienti c’è il gruppo mondiale Alstom – l’azienda astigiana sta crescendo nell’automotive: «Abbiamo da poco acquisito due importanti commesse per un cliente italiano e uno tedesco, impianti di primo equipaggiamento per camion». E’ in fase di lancio un nuovo prodotto in metallo sinterizzato (maggiore resistenza ai carichi) e altre «sorprese» sono annunciate per la prossima edizione di Inno Trans, la principale fiera internazionale delle tecnologie per il trasporto, in programma a Berlino a settembre. L’aumento dei costi energetici e delle materie prime che impatto avrà sui progetti in corso? «I prezzi dell’acciaio sono folli – commenta Martignoni – ma le crisi sono cicliche. Noi non ci fermiamo». L’obiettivo è portare il fatturato da 12 a 20 milioni. 

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Giovanni Megna