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Le vie dei tesori: a Palermo 300mila visitatori in cinque weekend

Era difficile bissare il successo dello scorso anno. Ma Le Vie dei Tesori è andato oltre, molto oltre. E ha appena chiuso un’edizione con numeri straordinari: quasi 300 mila visitatori e una ricaduta, sulla sola Palermo, di oltre tre milioni di euro. E un tasso di gradimento del pubblico del 94 per cento. I numeri sono enormi: 260 mila partecipanti alle visite in 110 luoghi a Palermo, per cinque weekend di ottobre, ai quali si sommano i 17 mila visitatori della Notte Bianca dell’Unesco, e i partecipanti a passeggiate, laboratori, eventi e concerti (altri 5 mila). Più altri 36 mila visitatori nelle 4 città siciliane – Messina, Siracusa, Agrigento e Caltanissetta – che hanno “preceduto” il capoluogo con un’edizione pilota negli ultimi due weekend di settembre.

Un festival che – secondo la stima di OTIE – Osservatorio sul Turismo delle isole europee – ha avuto una ricaduta di ricchezza turistica sulla città di 3.019.540 euro, di cui 2.619.540 spesa turistica complessiva tra alberghi, ristoranti, trasporti, shopping; e 400 mila euro attivata dagli organizzatori. Senza contare i carnet di biglietti che la GESAP ha regalato ai passeggeri in arrivo a Punta Raisi da scali internazionali. E quelli consegnati ai passeggeri delle navi da crociera, in collaborazione con l’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale.
Dai dati raccolti da OTIE, si scopre che la percentuale di donne tra i visitatori non residenti, è più alta (60 per cento contro 40 per cento di uomini); che il 90 per cento sono escursionisti/turisti, il 7 per cento studenti fuori sede e il 3 per cento lavoratori fuori sede. Altissimo il grado di soddisfazione di chi sceglie Palermo proprio per partecipare alla manifestazione: il 94 per cento dei visitatori dichiara di aver gradito molto il festival, tanto da consigliare di ripeterlo durante l’anno, o almeno, prolungarlo. Il 98 per cento lo consiglierebbe agli amici e il 76 per cento pensa di ritornare l’anno prossimo. Infine, per quasi la metà del campione, il 44 per cento, il Festival costituisce l’unica ragione della visita a Palermo, una conferma della grande capacità attrattiva e di generazione di domanda.
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Un festival che ha fatto parlare di Palermo e della Sicilia per due mesi: un enorme, straordinario, museo diffuso, fatto di luoghi inediti e musei conosciuti, cripte nascoste e carceri dimenticate, ipogei sotterranei e terrazze sotto il cielo. Ma è stato anche un raro esempio di fruizione culturale: i visitatori de Le Vie dei Tesori sono già abituati a girare armati della famosa e amatissima brochure e a sobbarcarsi code lunghe e festose. Quest’anno la novità di alcuni siti su prenotazione – luoghi super gettonati e molto richiesti – è stata molto apprezzata. Consolidata un’industria culturale che ha camminato sulle gambe di 750 volontari, tra i quali i 600 ragazzi dell’Alternanza Scuola Lavoro. Con due grandi soddisfazioni: alcuni ragazzi migranti, che hanno attraversato il deserto da soli e sono giunti in Sicilia sui barconi della speranza, hanno voluto partecipare per accogliere e illustrare i luoghi a cittadini e turisti, mettendo a disposizione la loro gentilezza, la padronanza delle lingue, la voglia di reinventarsi una vita. E sono stati accolti con affetto. Inoltre, alcuni giovani che l’anno scorso hanno partecipato alle visite tramite i progetti scolastici, quest’anno hanno deciso di ritornare come volontari.

Il tutto in un progetto comunicativo studiato a puntino, che è riuscito a “sponsorizzare” una ricchezza culturale enorme, che appartiene all’intera Isola. Il sito www.Leviedeitesori.com ha registrato circa 300 mila utenti unici con 4 milioni di pagine viste – 149.645 visite e 1.753.239 di pagine a settembre e 147.666 visite e 2.194.740 di pagine a ottobre, soprattutto dall’Europa, ma con punte inaspettate da Cina (26.914 visite) e Stati Uniti 811.092), che la dicono lunga sui prossimi flussi turistici da accogliere. Senza contare i contatti da Ucraina (7873), Francia (6431) e Gran Bretagna (4357), oltre a Sud Africa (2847) e Corea del Sud (2106). Ma tutto questo ha rinsaldato l’idea che alla Sicilia serva una vetrina stabile a cui possa attingere chiunque pensi a un viaggio sull’isola, o voglia informazioni sul suo patrimonio, o soltanto si lasci affascinare dal racconto millenario. www.leviedeitesori.com diventa così un portale stabile di promozione del patrimonio palermitano, e progressivamente siciliano, oltre che un giornale on line dedicato al patrimonio materiale e immateriale della Sicilia. Un portale di racconto e di narrazione in italiano e in inglese dove trovare, tutto l’anno, informazioni utili per programmare visite nei luoghi di Palermo Capitale italiana della Cultura 2018 e non solo.

Ma Le Vie dei Tesori ha deciso di guardare oltre e, soprattutto, non ridursi ad un mese: lo chiedono in tantissimi, a cominciare dai visitatori che si affollano nei luoghi. È un coro unanime, e il festival lo raccoglie: in occasione di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, Le Vie dei Tesori diventa un progetto che dura tutto l’anno. Ottobre ovviamente resta la grande vetrina annuale, ma sono in cantiere progetti continui (educazione al patrimonio nelle scuole, tour urbani tutto l’anno, viaggi a tema) e una serie di eventi che scandiranno tutto l’anno. Quindi non più un mese-evento, ma un’industria culturale a tutto tondo che vuole offrire opportunità di sviluppo alla città, intrecciandosi con alcuni partenariati (Viaggi dell’Elefante ha già manifestato il suo interesse). Ma per rendere tutto questo un progetto stabile, ognuno deve fare la sua parte: il festival intende stringere – sin da subito – partenariati stabili e pluriennali con tutti i soggetti pubblici e privati che partecipano alla rete. Ai quali è stato dimostrato che, se si lavora in sinergia, beneficiando di un progetto comunicativo e organizzativo, si possono raggiungere risultati importanti. Già sottoscritto un protocollo d’intesa con Manifesta12, che condivide con Le Vie dei Tesori una visione comune sulla città a tutto tondo. Proprio quest’anno il festival ha infatti presentato un progetto pilota, un Itinerario Contemporaneo curato da Paola Nicita – molto seguito e partecipato – che ha messo in rete per la prima volta trenta tra gallerie e atelier privati della città. E che ha raccontato cosa succede in sacche creative, spesso fuori dai circuiti abitudinari.
Raccontando il festival e analizzando i dati, il presidente dell’associazione Le Vie dei Tesori Onlus, Laura Anello e il presidente degli Amici dei Musei siciliani, Bernardo Tortorici di Raffadali, hanno annunciato che una delegazione nazionale è venuta a Palermo a studiare Le Vie dei Tesori per portarlo nelle proprie città; e che il 10 e l’11 novembre a Roma, una grande convention di operatori turistici del mondo ospiterà l’esperienza del festival. “Le Vie dei Tesori – dice Laura Anello – ha fatto diventare la cultura un bisogno di massa. Il palermitano è oggi consapevole di vivere in una città e in una terra straordinaria,‘Malgrado tutto’, per citare il bel giornale che gli allievi di Sciascia fanno ancora a Racalmuto. E tutto questo è nato dal basso, con la collaborazione fondamentale delle istituzioni, ma sostanzialmente senza finanziamenti pubblici, se si esclude il supporto in termini di servizi che ha offerto il Comune di Palermo, in termini di stampa materiali e affissioni. Questo dice quanto un cittadino può fare, impegnandosi, per la crescita collettiva della comunità in cui vive. Adesso è il momento della svolta, non più evento ma industria culturale stabile, nella speranza di offrire opportunità ai tanti ragazzi straordinari che collaborano con noi”.

In sei weekend – due nelle province e 4 a Palermo – sono giunte molte tv internazionali e nazionali, con programmi dedicati e numerosi servizi ospiti dei principali telegiornali. Senza contare i servizi su periodici e quotidiani cartacei, la presenza su Internet – 700 mila risultati soltanto digitando poche parole chiave -: tutti hanno raccontato la Sicilia, isola di cultura, per più di un mese. Il festival è diventato un punto di riferimento giornalistico per chiunque si interessi di Sicilia.
Oggi la conferenza stampa conclusiva alla Chiesa del SS. Salvatore, uno dei siti più visitati della manifestazione, con gli organizzatori e le istituzioni partner. Presenti tra gli altri il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alla Cultura Andrea Cusumano – che spiegano come “300 mila visitatori a Palermo e migliaia nelle altre province per la prima volta collegate, è la conferma di un profondo cambio culturale nel rapporto con i cittadini. E della visione di una città che moltiplica le iniziative di rispetto per i luoghi. Le Vie dei Tesori è ormai un’iniziativa che appartiene a Palermo” -, il direttore dei beni culturali della Curia, padre Giuseppe Bucaro, che ha annunciato per il prossimo anno l’apertura dell’inedita chiesa di San Nicolò Lo Gurgo; il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Luisa Altomonte, che ha sottolineato l’apporto dei 600 ragazzi impegnati nell’Alternanza Scuola Lavoro; il docente di Scienze economiche aziendali e statistiche dell’Università di Palermo Antonio Purpura e il direttore dell’Orto Botanico, Giorgio Schicchi; il presidente della Fondazione Unesco Sicilia, Aurelio Angelini, che ha ricordato la profonda sinergia da cui è nata la seconda Notte Bianca, con i nove siti presi d’assalto dai visitatori. A tracciare il bilancio dell’undicesima edizione del Festival sono stati il presidente dell’associazione Le Vie dei Tesori Onlus, Laura Anello; il presidente dell’associazione Amici dei Musei siciliani, Bernardo Tortorici di Raffadali; i dati sono stati presentati e interpretati da Giovanni Ruggieri, docente di Scienze del turismo dell’Università di Palermo e presidente di Otie (Osservatorio sul Turismo delle isole europee). Presenti anche gli altri componenti del comitato organizzatore, i rappresentanti dei partner coinvolti e degli oltre 500 giovani volontari.

Numeri imponenti. A cominciare dai 260 mila ingressi, 50 mila in più rispetto allo scorso anno (il 24 per cento in più), quando erano stati 210 mila, già nettamente in crescita rispetto al 2015 (147 mila), al 2014 (86.826) e al 2013 (52.9649. A questi si sommano i circa 17 mila che hanno visitato gratuitamente i nove monumenti del sito seriale arabo normanno, durante la Notte Bianca dell’Unesco. E i quasi 5 mila partecipanti alle 110 passeggiate, guidate da storici, botanici, giornalisti; e al Festival KIDS, manifestazione nella manifestazione, che ha trovato una sede nei tre gazebo aperti in altrettante piazze del centro storico, ma anche laboratori e visite guidate per bambini.

Soddisfatte Poste Italiane – che hanno aperto uno dei loro gioielli, il futurista Palazzo di via Roma, tra i luoghi più amati del pubblico, dove è stato necessario organizzare tour solo su prenotazione: in tutto, è stato visitato da 3325 visitatori, di fatto esaurito ogni turno -, che ha sposato la filosofia del festival, aggiungendosi alla cinquantina di partner tra istituzioni e associazioni tra cui l’Unesco, la Regione siciliana, il Comune e l’Università di Palermo.

Un successo che conferma Le Vie dei Tesori come manifestazione più seguita del capoluogo siciliano e, perché no, in previsione, della Sicilia. Un Festival che è cresciuto con il passare degli anni: nato nel 2006 in seno all’Università per celebrarne il Bicentenario, è diventato un movimento aggregatore che ha messo in rete oltre cinquanta tra istituzioni e associazioni.

Ed eccoci ai luoghi: che già dal sito più visitato, presentano una sorpresa. Il luogo in assoluto più amato è stato Palazzo di Rudinì, aperto per la prima volta, con il suo straordinario affaccio sui Quattro Canti: 15.412 visitatori che tra l’altro l’hanno affollato fino a domenica notte, quando ha aperto le porte per un inedito percorso alla luce delle candele, ultimo regalo de Le Vie dei Tesori. Secondo posto – ma ormai non è più una novità, visto che è il successo più consolidato nel tempo – per Palazzo Alliata di Villafranca con i suoi splendidi saloni (11.385 visitatori contro i 9362 dello scorso anno, ovvero 2023 in più), mentre al terzo posto si sistema comodamente un altro dei posti clou dello scorso anno: quel rifugio antiaereo che ha fatto rivivere a diversi nonni i ricordi della guerra, quando su Palermo piovevano le bombe degli americani: 8316 visitatori, contro i 7341 del 2016, quasi mille in più. Fuori dal podio, ma quarto posto di grande rispetto per un altro luogo inedito di quest’anno, dove si sono formate lunghissime code: la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella, regno di Vincenzo Florio: 7385 visitatori. Il pubblico non ha dimenticato l’amato Orto Botanico (7019 visitatori) ma si è riversato nella chiesa di Sant’Antonio Abate, di solito serrata (6196 persone, e moltissime del quartiere, abituati a passare di solito dinanzi ad un cancello chiuso). Seguono da presso il Santissimo Salvatore con la sua cupola affacciata sulla città (5990), il Villino Florio all’Olivuzza (5897), la bellissima Villa Whitaker che tra l’altro è chiusa al pubblico da un mese ed ha aperto solo la domenica (5664). Amati i palazzi e le ville storiche: Palazzo Branciforte (5544), Palazzo Bonocore (5531), Palazzo Sant’Elia (5268) che ha appena inaugurato la mostra su Andy Warhol dove si usufruiva di un biglietto ridotto se con coupon del festival; Palazzo Comitini (4444), Villa Pottino (4183). Stabile anche il Teatro Massimo che ha aperto il suo retropalcoscenico (5279), ma soltanto due ore al giorno; amati i tesori dei re normanni e le pianete conservate nella cripta della Cattedrale (5087), l’oratorio serpottiano di San Lorenzo (4160), Porta Felice (4048), la Casina Cinese (solo su prenotazione, 4047 visitatori), il Teatro Bellini riaperto eccezionalmente (3885). Le stanze del Genio (3830), il percorso sulla Palermo ebraica – il Miqveh, 3692 visitatori e la biblioteca di Casa Professa, 3599, che secondo OTIE ha avuto l’incremento maggiore, quasi il triplo delle visite, rispetto allo scorso anno -, l’appena restaurato Mulino di Sant’Antonino (3520) di proprietà dell’Università così come la Cappella dei Falegnami (3422). Ha funzionato benissimo, di fatto, l’intero asse dei Quattro Canti: e ne ha tratto interesse, la chiesa e la cripta di san Matteo (3464); infine, tra i primi trenta luoghi più amati, come già detto c’è il Palazzo delle Poste (visitabile su prenotazione, 3325); Palazzo di Città (3063) e il Museo Pasqualino (3047), appena riconosciuto dall’ICOM come miglior museo italiano.
A tutti questi si aggiungono i nove monumenti del percorso seriale Unesco, aperti gratuitamente per la Notte Bianca: in 5500 sono accorsi alla Cappella Palatina e a Palazzo Reale, 1500 alla Cattedrale e a San Giovanni degli Eremiti, altrettanti alla Chiesa della Martorana e nella spoglia e bellissima San Cataldo; lunghe code al Palazzo della Zisa, in tanti fuori porta al Ponte dell’Ammiraglio, tantissimi visitatori al duomo e al chiostro, a Monreale e aCefalù, che hanno ospitato concerti seguiti.
Ma ai visitatori su Palermo vanno aggiunti, per il primo anno, quelli che hanno riempito i luoghi delle altre quattro città siciliane – Siracusa, Messina, Caltanissetta ed Agrigento – che hanno partecipato alla prima edizione “pilota” spalmata su tutta l’Isola. Due weekend, sei giorni in tutto, e oltre 36 mila partecipanti. Nonostante un secondo fine settimana pesantemente condizionato dal maltempo, soprattutto ad Agrigento, che ha impedito di visitare alcuni luoghi all’aperto.
Il boom lo ha fatto Siracusa che ha contato 12.277 visitatori entusiasti spalmati in 29 luoghi. Il più gettonato è stato il Castello Maniace (2831 visitatori), seguito dall’Apollonion (1021 visitatori), dalla chiesa di San Filippo Apostolo con l’ipogeo (961). Il carcere borbonico, riaperto dopo 40 anni, ha contato 948 visite, seguito dal Teatro Comunale (756). Messina ha invece totalizzato 11288 ingressi, con una partecipazione molto sentita: 1515 visitatori si sono precipitati al Forte San Salvatore con la Madonnina affacciata sul porto, 1196 al Sacrario Cristo Re e alla Torre Ottagona 1196; 1173 hanno riscoperto la Badiazza (Chiesa di Santa Maria della Valle), 887 all’inedita Villa Cianciafara e 752 a Villa De Pasquale. Se Siracusa e Messina hanno potuto contare sull’appoggio dell’assessorato regionale ai Beni Culturali, a Caltanissetta c’è stato un valido apporto del Comune: qui sono stati 8426 gli ingressi totali in 19 luoghi: con un boom inaspettato al Museo aziendale della famiglia Averna (711 partecipanti), seguito dall’ex rifugio antiaereo, oggi centro espositivo d’arte contemporanea (681), la chiesa e la cripta di San Domenico (565) e Palazzo Moncada (420). Infine, Agrigento, in collaborazione con CoopCulture, la cui ultima domenica si è sciolta sotto la pioggia torrenziale: ha comunque toccato lo stesso 4500 presenze, con una punta per la Cattedrale di San Gerlando (1104 visitatori), poi il monastero di Santo Spirito (la Badia Grande) con 446; il bellissimo percorso nell’ipogeo Vescovado, è stato fatto da 292 partecipanti. Chiudono S. Maria dei Greci (289) e S. Lorenzo o del Purgatorio (161).
Lo spot: è diventato virale quello che ha salutato l’avvio della manifestazione, lo diventerà presumibilmente anche quello di chiusura, firmato da Nicolò Cappello, che ha lavorato al montaggio con Claudio Alessandro Gravano, produzione di Giovanni Arnone di CheckSicily.

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