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L’Italia un paese di poveri? No, di evasori fiscali

L’Italia è un paese di poveri costretti a tirare a campare? Assolutamente no. E’ piuttosto un paese di elusori o evasori fiscali. Il 57% degli italiani, vale a dire circa 14.535.000 famiglie su un totale censito da Istat di 25,7 milioni, vive in media con meno di 10mila euro lordi l’anno. In Italia ci sono 77,71 milioni di connessioni telefoniche (il 128% degli abitanti). Ma “È un dato credibile? Difficile pensare che gli abitanti di un Paese del G7 possano vivere in queste condizioni”. Se lo chiede  Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, docente universitario, editorialista per quotidiani e periodici e autore di numerose pubblicazioni in materia di welfare, previdenza sociale, fiscalità e servizi finanziari mobiliari e immobiliari, nell’ambito della presentazione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2021. Il tema è questo: le dichiarazioni dei redditi 2019 ai fini Irpef e l’analisi delle imposte dirette e indirette per importi, tipologia di contribuenti e territori negli ultimi 12 anni.

Evasori fiscali, le spese degli italiani: 125 miliardi nel gioco d’azzardo

Sulla base di alcune considerazioni:  il 97% degli italiani possiede almeno uno smartphone, molti più di uno; nel 2019, secondo l’Agenzia dei Monopoli i nostri connazionali hanno investito 125 miliardi nel gioco, regolare o irregolare; secondo i dati Aci, il parco circolante in Italia al 2019 era di 52.401.299 unità, di cui 39.545.322 auto. Solo il Lussemburgo ne ha più del nostro Paese nell’Unione Europea; l’Italia è tra i Paesi dell’Ue con i più alti livelli di evasione ed elusione fiscale. Potrebbe bastare. Ma in verità il fenomeno è talmente complesso da meritare ulteriori approfondimenti che fanno emergere l’area dell’evasione fiscale in maniera netta. Sarebbe certo interessante comprendere a livello di singole regioni o aree cosa accade, ma certamente questo studio è un punto di partenza rilevante.

Nel 2019 spesi 4,7 miliardi per la prostituzione e 9 miliardi per maghi e fattucchiere

Altri dati ci raccontano un Paese che si presenta povero ma che povero non è affatto anzi è un Paese popolato di elusori o evasori fiscali. Secondo l’ISS sono 18,4 milioni gli italiani che fanno almeno una giocata all’anno e oltre 1,5 milioni i giocatori con un profilo problematico di cui quasi 13.000 in cura presso il SSN: nel 2019 sono stati spesi per il gioco d’azzardo 110,54 miliardi di euro con una crescita rispetto all’anno precedente del 3,44%. Se poi passiamo al gioco d’azzardo irregolare, secondo una stima sono stati spesi 20 miliardi. La spesa per Spesa per sostanze stupefacenti/droga è stata di 16,2 miliardi con un incremento del 2,62%: dentro questa voce viene inserita anche la spesa per la prostituzione che ammonta a 4,75 miliardi di euro. Poi ci sono i 9 miliardi di spesa in alcool, 18,3 miliardi per il tabacco, 83 miliardi per l’ alimentazione fuori casa, 10 miliardi per le palestre, 24 miliardi per telefonia, addirittura 9 miliardi per consulto di maghi e fattucchiere. Per un totale 275,5 miliardi.

Il 48% degli italiani non dichiara redditi: vive a carico di qualcuno?

“Siamo un Paese di poveri! Se solo 31,161 milioni di cittadini su 59,817 milioni di abitanti presentano per il 2019 una dichiarazione dei redditi positiva, significa che il 48% degli italiani non ha redditi e quindi vive a carico di qualcuno” dice Brambilla. I dati Irpef del 2019 dicono che in dettaglio i redditi dichiarati  ammontano a 884,484 miliardi di euro (erano 879,957 nel 2018), l’Irpef versata (al netto del bonus di 80 euro) è stata di 172,56 miliardi di euro  di cui 155,18 miliardi, pari all’89,93% del totale, per Irpef ordinaria, 12,31 miliardi per l’addizionale regionale, pari al 7,1% del totale, 5,07 miliardi, pari al 2,94% del totale, per l’addizionale comunale.

L’Irpef al lordo del Bonus da 80 euro è stata di 182,50 miliardi di euro: “12.184.835 contribuenti, 88.297 in più del 2018, 470.126 in più rispetto al 2017 e oltre 628mila in più rispetto al 2016 per uno sconto totale di imposta pari a 9,94 miliardi di euro: il nuovo AUUF e la riduzione IRPEF aumenteranno gli italiani a carico di pochi” dice Brambilla.

Evasori fiscali: il 43% dei contribuenti paga il 91,46% di tutta l’Irpef

Ci sono altri dati che fanno pensare a una grande fascia di evasori fiscali. Su questo fronte i dati Irpef 2019 dimostrano che sono diminuiti i contribuenti, il reddito e il carico fiscale per gli scaglioni fino a 20.000 euro, mentre le classi di reddito intermedie fra 20.000 e 29.000 e fra 29.000 e 35.000 euro hanno registrato un discreto aumento dei contribuenti (+260mila) e, di riflesso, del reddito complessivo, pur rimanendo invariato il versamento medio sia per contribuente sia per cittadino. Per le ultime cinque classi di reddito, infine, il carico fiscale è rimasto in linea con lo scorso anno. “Resta invece invariata, salvo piccoli scostamenti, la percentuale di contribuenti che sopportano quasi per intero il carico fiscale: il 43% circa paga il 91,46% di tutta l’Irpef; il restante 57% ne paga solo l’8,54%. È il dato cruciale su cui riflettere quando si discute di riforma fiscale”, ha detto Alberto Brambilla.

Brambilla ha rilevato “una differenza tra le diversi classi troppo marcata e destinata ad acuirsi negli anni a venire per effetto dei recenti provvedimenti che aumentano importo e platea dei destinatari di bonus e altre agevolazioni a sostegno del reddito”.

“Giusto aiutare chi ha bisogno ma i nostri decisori politici tendono a trascurare come queste percentuali dipendono in buona parte anche da economia sommersa ed evasione fiscale, per i quali primeggiamo in Europa -ha puntualizzato Brambilla-. Basterebbe guardare al solo rapporto dichiaranti/abitanti (pari a 1,44) per porsi qualche domanda: è davvero credibile che più del 50% degli italiani viva con meno di 10mila euro lordi l’anno? Questi numeri ci descrivono come il Paese povero che in verità non siamo: una fotografia non degna di uno Stato del G7 e facilmente smentita dai dati sui consumi o sul possesso di beni come smartphone o automobili”, ha detto.

La mitica flat tax serve a pochissimi

“La “mitica” flat tax al 15% a chi serve? A pochissimi, cioè a poco meno dell’8,4% dei contribuenti”. La flat tax, ha ribadito Brambilla, non serve “a nessuno fino ai 26.000 euro di reddito, cioè al 73,5% dei contribuenti” e serve “poco al restante 13,4% che, con qualche detrazione o deduzione, starebbe sotto il 15%”.

“Forse conviene solo a poco meno dell’8,4%, e niente ai “ricchi” con redditi oltre i 55mila euro”, ha concluso Brambilla.

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Giovanni Megna