Mafia: morto Riina, si apre la successione in Cosa nostra

Totò Riina, il capo dei capi è morto stanotte, non è sopravvissuto agli ultimi due interventi e a cinque giorni di coma. Riina nonostante la detenzione al 41 bis da 24 anni, era ancora il capo di Cosa nostra, era malato da anni, ma negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate tanto da indurre i legali a chiedere un differimento di pena per motivi di salute. Istanza che, che aveva sollevato non poche polemiche e che il tribunale di Sorveglianza di Bologna a luglio aveva respinto. Ieri, quando ormai era chiaro che le sue condizioni erano disperate, il ministro della Giustizia ha concesso ai familiari un incontro straordinario col boss. Riina si è portato per sempre nella tomba i suoi segreti. La sua morte apre nuovi scenari all’interno di Cosa nostra: la morte di Riina, infatti, pone il problema della successione e da tempo, dicono gli inquirenti, se ne parla all’interno di Cosa nostra: esistono relazioni ed accordi tra capi e reggenti dei vari mandamenti palermitani e delle altre province per delineare strategie criminali di comune interesse. E ieri si è tenuto a Palermo in prefettura un vertice in cui si è discusso anche di questo.

Riina stava scontando 26 condanne all’ergastolo per decine di omicidi e stragi tra le quali quella di viale Lazio, gli attentati del ’92 in cui persero la vita Falcone e Borsellino e quelli del ’93, nel Continente. Sua la scelta di lanciare un’offensiva armata contro lo Stato nei primi anni ’90. Mai avuto un cenno di pentimento, irredimibile fino alla fine, solo tre anni fa, dal carcere parlando con un co-detenuto, si vantava dell’omicidio di Falcone e continuava a minacciare di morte i magistrati. A febbraio scorso, parlando con la moglie in carcere diceva: “sono sempre Totò Riina, farei anche 3.000 anni di carcere”. L’ultimo processo a suo carico, ancora in corso, era quello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, in cui è imputato di minaccia a Corpo politico dello Stato. Ieri, nel giorno del suo 87esimo compleanno, il figlio Giuseppe Salvatore, che ha scontato una pena di 8 anni per mafia, ha pubblicato un post di auguri su FB per il padre.

Published by
Giovanni Megna