Sanità, il rettore di Messina attacca: “Programmazione non rispetta pazienti”

La programmazione sanitaria fatta dal Governo regionale per la provincia di Messina è da mesi al centro di forti critiche e l’ultimo intervento del Rettore dell’Università di Messina Pietro Navarra è un altro tassello che si aggiunge ai tanti, come il comunicato di oggi del sindaco Renato Accorinti che invita per lunedì, tutti i candidati alla presidenza della Regione, ad un confronto dove si possano pronunciare su questioni cruciali che mettono in discussione la rispondenza del decreto di fine marzo alle esigenze della provincia messinese. “Ho avuto modo in altre occasioni di esprimere tutte le mie perplessità sulla recente programmazione sanitaria formulata dal Governo regionale per la provincia di Messina. A mio parere, essa è stata sviluppata senza rispettare compiutamente le competenze e le professionalità esistenti nel territorio e, ancor peggio, è stata spesso condotta in modo irriguardoso per il benessere dei pazienti”.

Tra gli argomenti che Accorinti elenca c’è anche “la rimodulazione dei posti letto sul territorio che, non ha tenuto conto dell’offerta delle strutture sanitarie “private accreditate”, escludendole da tagli di Unità Operative, ridimensionamenti di primariati e quindi dalla ottimizzazione dell’offerta di ricovero e cura” Il Consiglio di Amministrazione dell’Università ha deliberato un ricorso al Tar per l’annullamento del Decreto dell’Assessore della Salute sulla “Riorganizzazione della rete ospedaliera ai sensi del DM 2 aprile 2015, n.70”, attualmente in esame presso il Tribunale amministrativo di Catania. La decisione è maturata come dice il Rettore dalla considerazione che non si sono “rispettate compiutamente le competenze e le professionalità esistenti nel territorio e, ancor peggio, è stata spesso condotta in modo irriguardoso per il benessere dei pazienti.

Sull’istituzione di una Stroke Unit presso l’Irccs-Piemonte, sottolinea Navarra “faccio mie le osservazioni espresse dai colleghi neurologi del Policlinico, non solo perché tale struttura è in parte figlia di una programmazione sanitaria che non condivido, ma anche per il fatto che le loro riflessioni sono il frutto di un’esperienza quotidiana maturata in decenni di attività. Dal 2014 per Messina,- avevano scritto nella loro lettera i professori Paolo Girlanda, Rosa Musolino, Marcello Longo, Antonio Toscano e Giuseppe Vita- è attivo un percorso assistenziale regolamentato da una procedura inter-aziendale per l’ictus, in cui sono coinvolti il 118, tutte le strutture di Pronto Soccorso della provincia, la Stroke Unit e la Neuroradiologia. Il centro Hub del Policlinico è operativo in tutte le sue componenti 24 ore al giorno garantendo ogni trattamento…”. Spetta al 118 smistare il paziente nella Stroke più vicina e se ad esempio il soccorso fosse richiesto nella zona centro nord, con la nuova struttura, sarebbe più immediato il trasporto al Piemonte che non al Policlinico, ospedali che distano tra loro solo due km. Ciò comporterebbe gravissimi rischi per la vita del paziente, dicono i neurologi, perché le procedure terapeutiche sono tempo-dipendenti. L’Irccs-Piemonte, è indicato dalla programmazione regionale come Dea di I livello, da qui il potenziamento delle discipline emergenziali con il riconoscimento di una Uoc di Neurologia con annessa appunto Stroke Unit.

I vertici Irccs-Piemonte spiegano le loro ragioni sulla necessità di un’altra Stroke a due Km e chiedono un confronto a cui Navarra si dice disponibile ma le posizioni sembrano distanti anche perchè al centro delle polemiche c’è la metodologia della programmazione sanitaria che da qui al 31 dicembre 2018 dovrebbe attuare il Decreto Balduzzi. Gaetano Sirna Dg del Asp 5 nel corso della recente conferenza dei sindaci a Palazzo Zanca ha parlato di vincoli dati dalle poche risorse quindi “se diamo da una parte dobbiamo togliere dall’altra, se si difende ciò che non funziona poi non possiamo comprare farmaci e device innovativi molto costosi, dobbiamo puntare su quello che serve e non su come mantenere gli orticelli di qualcuno”.

Per Michele Vullo, commissario del Policlinico Universitario bisogna puntare a “pochi centri di grandissima qualità. Continuare ad immaginare piccoli ospedali sul territorio quando questi non sono in grado di offrire quello che oggi scienza e sapere medico sono in grado di mettere a disposizione di un paziente è perfettamente inutile. La logica dei piccoli ospedali potrà soddisfare le ambizioni di qualche operatore, gli interessi di qualcun altro, potrà essere strumento per costruire consenso, ma da un punto di vista sanitario è completamente sbagliata”. Con questa logica per Vullo il Piemonte andava chiuso e sulla Stroke Unit dell’Irccs Piemonte “ritengo sia un errore -dice- Ma se la programmazione lo prevede bisogna costruire una rete che faccia andare gli utenti prima al centro Hub del Policlinico e poi alla Spoke e non il contrario”. La difficoltà per Vullo è sempre quella di costruire un’organizzazione che sia, non intorno agli operatori ma intorno ai pazienti”

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Lina Bruno