Economia Sicilia

Sicilia, sanità: nell’isola solo la metà delle strutture ha Piani anticorruzione completi

In Sicilia solo la metà delle strutture sanitarie regionali ha redatto Piani anticorruzione completi e tre strutture risultano inadempienti. Ad affermarlo è Transparency International Italia che nei giorni scorsi ha presentato il progetto Curiamo la corruzione realizzato anche in collaborazione con l’assessorato regionale alla Salute della Regione siciliana. Secondo i dati diffusi in occasione della presentazione, il servizio di allerta anticorruzione di Transparency ha ricevuto nella sua piattaforma online in tutto 344 segnalazioni, di cui 57 nell’ambito della sanità. Di queste 57, 8 sono arrivate dalla Sicilia (5 da Palermo, 2 da Siracusa e 1 da Agrigento).

Secondo i dati raccolti da Transparency fino ad oggi le segnalazioni più ricorrenti hanno riguardato concorsi viziati, bandi irregolari e assenteismo con casi di presenze segnate con false timbrature. Da fine 2015 Transparency ha avviato alcune collaborazioni con diverse aziende sanitarie italiane per testare strumenti e pratiche di lotta alla corruzione. L’Asp di Siracusa rientra tra questi progetti pilota e da più di un anno collabora con Transparency International Italia per incrementare l’efficacia della propria azione anticorruzione, attraverso corsi di formazione e l’attivazione di una apposita procedura per la ricezione di segnalazioni su potenziali irregolarità e illeciti avvenuti all’interno della struttura. Da luglio 2016 sono state già ricevute 12 segnalazioni da Siracusa che sono state poi gestite dal responsabile per la prevenzione della corruzione della struttura.

Il progetto Curiamo la corruzione prevede accesso libero alle informazioni, formazione etica. Ma anche il “Whistleblowing”, ovvero il programma di gestione delle segnalazioni di illeciti e corruzione.  Il progetto “Curiamo la corruzione” è stato intrapreso da Transparency International Italia (associazione no profit che collabora anche con l’Anac) in partnership con Censis, Ispe-Sanità e RiSSC a partire dal 2015 allo scopo da un lato di aumentare la conoscenza del fenomeno in sanità e dall’altro di elaborare e poi testare degli strumenti che possano concretamente aiutare le strutture sanitarie nel loro difficile compito di prevenire e contrastare illeciti al proprio interno.

“In tema di corruzione la sanità resta uno dei settori più caldi, ma la Sicilia – afferma il direttore generale dell’assessorato alla Salute Ignazio Tozzo – ha fatto passi in avanti negli ultimi anni nei campi della legalità e della trasparenza. Di fondamentale importanza sono il ruolo delle direzioni generali, dalle quali deve partire l’input verso il controllo delle pratiche illecite all’interno delle strutture ospedaliere, e la programmazione. Ecco perché abbiamo dato subito parere favorevole nel voler ospitare questo incontro”.

L’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi presso la Regione Sicilia è servito per prospettare anche alle altre strutture sanitarie gli strumenti e le pratiche che si sono rivelati più efficaci per contrastare la corruzione grazie all’esperienza dei progetti pilota fin qui maturata: dal whistleblowing alle procedure per garantire un’efficace accesso pubblico ai dati delle strutture, all’attività di formazione etica e sensibilizzazione alle tematiche dell’anticorruzione.

“Ci auguriamo che l’esempio dell’Asp di Siracusa sia di stimolo alle altre aziende sanitarie dell’Isola per un loro maggiore impegno sul fronte della lotta alla corruzione”, spiega Davide Del Monte, direttore di Transparency International Italia. “I siciliani si meritano un servizio sanitario che funzioni al meglio e solo attraverso delle azioni mirate a contrastare sprechi e inefficienze causate da episodi corruttivi e mancanza di trasparenza si può raggiungere questo obiettivo”.

 

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Giovanni Megna