Cresce l’attenzione nei confronti delle Arance Siciliane e il Tarocco Gallo

La prima parte del 2020 si è dimostrata favorevole alla contrattazione delle arance siciliane, ma in generale, all’intero comparto agrumicolo.

Le contrattazioni sono proseguite regolarmente all’interno delle principali aree produttive sicule: la richiesta è perseguita sia all’interno dei mercati interni che in quelli esteri.

Il mercato ha mostrato maggiore interesse per un particolare tipo di arance siciliane, ovvero verso la varietà pigmentata, nello specifico verso il tarocco.

Ed è soprattutto il mercato cinese ad essere interessato principalmente all’arancia rossa, simbolo della dieta mediterranea.

Il Tarocco Gallo e il Moro, prodotti soprattutto nella piana di Catania alle pendici dell’Etna da aziende come Arance Vitale, vantano delle caratteristiche distintive, attribuitegli soprattutto dal tipo di terreno e clima in cui crescono.

Questi due frutti si riconoscono principalmente per due elementi in particolare: per la loro polpa dal sapore agrodolce, che si distingue da quelle di produzione cinese in quanto più amare, e per il colore pigmentato dei loro spicchi, caratteristica inimitabile in quanto legata indissolubilmente alle condizioni pedoclimatiche di maturazione.

Uno studio, condotto dai ricercatori del progetto europeo Athena, dal Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee di Acireale, e dal John Innes Centre di Norwich (Uk); ha dimostrato come a rendere questi agrumi così caratteristici è la presenza di un gene, da loro battezzato come “Ruby”.

Le arance siciliane rosse e non, sono composte tutte da coloranti idrosolubili definiti antociani o antocianine: si tratta di sostanze riconosciute come potenti antiossidanti, che possono apportare numerosi benefici all’organismo.

Per consentire un alto sviluppo di antociani è necessario che si verifichino delle determinate condizioni ambientali durante la fase di maturazione del frutto: occorrono essenzialmente delle giornate calde e delle notti fredde. Se queste condizioni non si verificano, lo sviluppo di antociani non sarà elevato, e di conseguenza non consentirà al frutto di raggiungere quel tipico colore rosso che lo caratterizza, rendendolo così uguale alle arance tradizionali.

Il territorio della Sicilia orientale, è in particolare quello ai piedi del Vulcano, si proclama come il clima e il terreno ottimale per la maturazione corretta di questi agrumi.

Come proteggere l’origine delle arance siciliane

Per proteggere le arance siciliane da eventuali “contraffazioni”, è stato avviato il progetto Red Orange Upgradeing Green Economy (ROUGE), che intende introdurre un sistema di blockchain, usato per garantire l’autenticità di questi frutti nell’ambito di una campagna contro gli agrumi contraffatti.

Il progetto è stato avviato dal consorzio di protezione delle arance siciliane rosse, come il Tarocco Gallo, e dalla società Tecnologica Almaviva.

Ma in cosa consiste nello specifico?

Si tratta di un adesivo, chiamato Near Field Communication (NFC), che viene connesso ad un sistema blockchain, che viene attaccato a sua volta sulle scatole delle arance siciliane o di altri agrumi. In questo modo i consumatori possono accedere alle informazioni essenziali del prodotto, come l’origine, la data di raccolta e i metodi di conservazione, tutto tramite un app.

Il nostro paese produce 1,62 milioni di tonnellate di arance rosse ogni anno: tuttavia questo frutto nel tempo è sempre stato soggetto a contraffazioni, provocando così ingenti danni alle casse dei produttori siciliani. Uno dei tanti esempi, è il sequestro delle arance rosse provenienti dal Sudafrica che venivano commercializzate come arance sicule.

Tra le arance siciliane che godono di questa sorta di status di “protezione” proprio perché considerate importanti per l’economia italiana e sicula sono il Moro, Tarocco e Sanguinello. Oltre ad essere consumate fresche, vengono impiegate per la realizzazione di succhi, marmellate e altre ricette non solo dolci, ma anche salate.

Ma non è tutto: prende sempre più piede il loro consumo anche in ambito estetico dato che vengono impiegate per la realizzazione di cosmesi, come creme viso e corpo.

 

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Giovanni Megna