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Ex Fiat Termini Imerese: piano Blutec a rischio, Invitalia chiede revoca fondi

Rischia di naufragare col botto il piano di rilancio dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imprese. Lo racconta oggi Il Fatto quotidiano che al piano della Blutec dedica un’approfondita inchiesta. Lunedì in un incontro al Mise l’azienda che fa capo all’imprenditore torinese Roberto Ginatta ha spiegato che l’attuazione del piano industriale slitterà di un anno e il Mise si è impegnato a prorogare la Cig per un altro anno.

“Il guaio – scrive Il fatto quotidiano – riguarda i soldi pubblici finora arrivati al gruppo”. A Blutec spostano quattro milioni a fondo perduto e 67 milioni di prestiti agevolati: nel 2016 Invitalia ha versato un acconto di 20,1 milioni sui prestiti regionali. “Questi soldi – scrive Il Fatto – andrebbero rendiconti ma finora Blutec non ha spiegato come li ha spesi prendendo tempo con una serie di lettere che hanno spinto Invitalia a chiedere la revoca del finanziamento”. Lunedì scorso l’azienda ha assicurato che presenterà il rendiconto il 16 marzo ma se non accade rischia di saltare tutto. Quei soldi sono garantiti da un’ipoteca sullo stabilimento regalato a da Fiat a Blutec.

“A gettare un’ombra sul progetto – scrive Il Fatto – c’è poi la debolezza finanziaria del gruppo. Per rilevare lo stabilimento di Termini Imprese Metec ha fuso Blutec in tutte le attività italiane. Quest’ultima ha chiuso il bilancio 2016 (l’ultimo disponibile) con un utile di 4 milioni, un fatturato di 90 milioni e debiti per 130 milioni, di cui 28 milioni con le banche (per oltre metà a breve scadenza) e altrettanti verso l’Erario e enti di previdenza”. La società ha spiegato ai rappresentanti sindacali di aver avviato la negoziazione per arrivare a una rateizzazione per i contributi  dei dipendenti non versati all’Inps e al fondo Cometa e a Termini deve fare i conti con il Comune che chiede i 2 milioni di Imu e Tari non pagate.

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Giovanni Megna