Economia Sicilia

Imprese, Foti (Cinque Stelle): “Ecco come la Sicilia ha perso 268 milioni”

Ancora incompleta la procedura per il trasferimento delle funzioni dallo Stato alla Regione in materia di industria, artigianato e agevolazioni alle imprese. Nuova mozione dopo quella del gennaio 2018 e un ordine del giorno presentati dal deputato regionale del Movimento Cinque Stelle Angela Foti, che sottolinea: “Tutte le regioni a statuto speciale hanno applicato la legge Bassanini, tranne noi in Sicilia”.

Il mancato adeguamento è già “costato” alla Sicilia (in particolare alle imprese siciliane) 230 milioni di euro. “Intanto sono stati persi altri 38 milioni di euro e siamo già a 268 milioni, perché la Regione Siciliana non ha completato correttamente la procedura per il trasferimento di funzioni dallo Stato in materia di industria, artigianato e di agevolazioni alle relative imprese. Anche quest’anno quindi risorse in meno in Sicilia, con un grave danno per i comparti produttivi” dice la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Angela Foti, che ha presentato una mozione e un ordine del giorno all’Ars per impegnare il governo Musumeci ed in particolare gli assessori Mimmo Turano e Gaetano Armao a completare in maniera  corretta l’iter avviato con la delibera di giunta 12 del 2018.

 

“Non aver ancora adeguato lo Statuto alla Bassanini – ricorda Foti – costa ai siciliani, in termini di mancate risorse, dal 2011 a oggi, circa 230 milioni di euro risorse che la Sicilia non può riscuotere e che vengono redistribuite dallo Stato. Mentre il nostro governo regionale, che a luglio del 2019 ha ricevuto le osservazioni da parte dello Stato sulla necessità di riformulare la modifica allo statuto regionale, perde tempo e non porta avanti le procedure previste, le altre Regioni ricevono fondi proporzionati ogni tre mesi”.

 

“In particolare con gli atti che ho presentato – specifica la deputata M5S – chiedo la solerte approvazione di un corretto schema di norme di attuazione che risponda alle osservazioni poste dagli uffici statali, auspicando un coinvolgimento dell’Ufficio Legislativo e legale, per impedire che ulteriori lungaggini burocratiche   causati anche da parte dello stato, della commissione paritetica e dei ministeri competenti che possano ledere gli interessi dei siciliani”.

 

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Giovanni Megna