La scommessa del Festival del giornalismo enogastronomico

Un territorio disseminato di eccellenze e di imprese, piccole ma di grande qualità. E’ l’area dei Nebrodi, in provincia di Messina: dall’olio al suino nero, dalla nocciola al pane. Sono solo alcuni prodotti ma bastano a descrivere brevemente quella che possiamo chiamare la Fabbrica contadina dei Nebrodi che sarà protagonista della quarta edizione del Festival del giornalismo enogastronomico che si terrà dal 14 al 16 dicembre a Galati Mamertino in provincia di Messina.

E non è solo una festa dell’enogastronomia, quella che ormai si celebra nel piccolo comune dei Nebrodi. Perché  il Festival è l’occasione per fare il punto sullo sviluppo di quella che abbiamo battezzato fabbrica contadina dei Nebrodi non perché è di moda il termine ma perché in realtà grazie all’impegno di piccoli produttori, grazie ai sacrifici e spesso alla follia di chi ha creduto nel buono, sano e giusto si può cominciare a parlare di sistema agroalimentare dei Nebrodi, che resta un po’ frammentato ma esiste ed è in cerca di spazi sui mercati non solo locali. I giornalisti che parteciperanno al Festival, animando sì i convegni accreditati dall’Ordine dei giornalisti ma contribuendo con la loro esperienza al dibattito che quest’anno si svolge a tavola, recuperando il senso del convivium che è parente dell’otium latino ma è anche il momento in cui è possibile scambiare opinioni, confrontarsi sulle idee. Il Festival del giornalismo enogastronomico resta, nel panorama regionale, una occasione unica di confronto su temi che hanno un unico comun denominatore: l’economia e lo sviluppo del territorio. Perché il Festival è soprattutto una scommessa: sottrarre i Nebrodi alla cultura parassitaria e assistenzialista e farli diventare un modello di economia moderna che ha saputo scommettere sulla qualità. Queste sono le storie che possono raccontare i ragazzi dell’Antico mulino a Pietra di Longi, o ancora Giacomo Emanuele con le sue api, o ancora Pino Drago che sogna il presidio del pane dei Nebrodi e ha già provato a seminare i grani antichi siciliani con un omaggio ai suoi genitori ma anche a ciò che tutti noi siamo stati: il grano, in fondo, è stato e può tornare a essere un simbolo della ricchezza e della fertilità di questa isola.

Il Festival non è una cosa per pochi ma una occasione per i tanti che vorranno partecipare: basta telefonare a De Gusto, a Donna Santina a alla Falda per prenotare un tavolo e diventare protagonisti insieme ad altri di questa edizione all’insegna delle contaminazioni: ai fornelli grandi chef con i ristoratori locali. Per trovare insieme non solo una ricetta ma anche una strada che abbia alla base i prodotti dell’isola e non solo dei Nebrodi.

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Mirko Sapienza