Mafia, concorso esterno: Sezioni unite Cassazione decidono su “fratelli minori” Contrada

La Corte di Cassazione deciderà sui ‘fratelli minori’ del caso Contrada. A seguito di ricorso presentato dall’avvocato palermitano Stefano Giordano di Palermo contro una sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta -che aveva ritenuto non estensibili a terzi gli effetti della sentenza emessa nell’aprile 2015 dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a favore di Bruno Contrada – la Sesta Sezione penale della Corte di Cassazione ha accolto l’istanza del legale e, con ordinanza emessa il 22 marzo scorso, ha rimesso alle Sezioni Unite la decisione circa la questione dell’estensibilità o meno degli effetti della sentenza Contrada a favore dei cosiddetti “fratelli minori” (ossia dei soggetti che, pur trovandosi nella medesima situazione sostanziale di Contrada perché condannati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa in relazione a fatti commessi prima dell’autunno 1994, non hanno personalmente adìto la Corte Europea).

“Sulla soluzione da dare alla questione, infatti, le Sezioni Semplici della Suprema Corte hanno assunto posizioni tra loro contrastanti. Da ciò, la necessità”, evidenziata dall’avvocato Giordano e condivisa dal Collegio giudicante “di un intervento della Corte a Sezioni Unite che componga il contrasto”.
Naturalmente, la decisione delle Sezioni Unite, attesa per i prossimi mesi, non solo investirà – oltre al ricorso di cui all’ordinanza del 22 marzo – tutti i procedimenti analoghi già attualmente pendenti (con il patrocinio dell’avvocato Giordano e non solo) avanti la Corte di Cassazione, ma produrrà poi effetti generali rispetto alla sorte dei predetti “fratelli minori” e alle iniziative processuali che essi potranno assumere.

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