Mafia: il Ros a caccia del tesoro di Totò Riina

Un’indagine dei carabinieri del Ros, coordinata dalla procura di Francesco Lo Voi, sta cercando il tesoro di Totò Riina, il capo di Cosa nostra morto nei giorni scorsi. La notizia è stata data dal quotidiano La Repubblica (pezzo a firma di Salvo Palazzolo). Si tratta, scrive Repubblica, di “un’inchiesta delicatissima sulle relazioni fra Cosa nostra e una rete di insospettabili professionisti. Le relazioni, il vero patrimonio della mafia siciliana. Perché solo buone relazioni possono far scomparire dalla contabilità della Curia di Monreale il milione e 100 mila euro di contributi inviato dall’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, all’azienda “Santuario Maria santissima del Rosario di Tagliavia”. Per anni, i terreni della Curia sono stati feudo personale di Totò Riina: 155 ettari di potere e di rispetto, tra la Ficuzza e Corleone, annaffiati con cospicui fondi europei. Unico dipendente, il figlio dell’autista di casa Riina. Adesso, l’azienda della Curia è sotto amministrazione giudiziaria e come primo atto il dipendente è stato licenziato”.

I carabinieri del Ros e della Compagnia di Corleone – racconta sempre Palazzolo su Repubblica – stanno esaminando tutte le ultime intercettazioni del Capo dei capi in carcere e in ospedale. Soprattutto, le registrazioni dei colloqui con la moglie e i figli. A caccia di qualche ultima disposizione. Magari per quei beni che rischiano di andare persi. È il capitolo più singolare di questa storia. Negli ultimi tempi, Riina era preoccupato per «quelli che hanno i beni miei e se li tengono, se li godono». Il segno dei tempi, in una stagione in cui Cosa nostra non è più forte come prima. E può accadere che persino il Capo dei capi venga truffato o che perda i contatti con i vecchi prestanome. C’era, ad esempio, una farmacia che il padrino voleva recuperare a tutti i costi. «Era intestata a uno, a sua volta questo l’ha intestata a sua madre… io sto rimanendo un poco male… perché gli ho messo i soldi. Ci ho infilato qualche duecentocinquanta milioni».

Published by
Giovanni Megna