Economia Sicilia

Messina, sindacati: “Far ripartire investimenti industriali”

Un settore, quello industriale, che deve rappresentare una risorsa per il territorio. Cgil, Cisl e Uil di Messina rilanciano la necessità di un confronto territoriale unitario e costante che analizzi e strutturi proposte a supporto delle attività industriali con, al centro, l’area della Raffineria Mediterranea di Milazzo. I segretari generali Giovanni Mastroeni, Tonino Genovese e Ivan Tripodi, insieme ai responsabili dei comparti, hanno avviato una serie di confronti con le realtà sul territorio per creare un fronte compatto e unitario tra lavoratori diretti delle industrie e quelli dell’indotto per affrontare nel merito tutte le questioni che saranno oggetto anche delle annuali e consuete riunioni programmatiche sugli investimenti dei grandi siti industriali presenti in provincia di Messina come A2A e Raffineria di Milazzo. Cgil, Cisl e Uil ritengono, quindi, necessario anche un confronto con Sicindustria Messina sul futuro dei siti industriali della provincia.

«Dobbiamo – sottolineano – lavorare unitariamente per rendere il territorio sempre più attrattivo per incentivare gli investimenti senza alcuna speculazione ambientalista o politica e senza pregiudizi ma solo per creare valore aggiunto che porti ricadute economiche e sociali sul territorio con industrie sempre più ecocompatibili e sicure per la popolazione ed i lavoratori. Alla base di questo ragionamento ci sono anche investimenti importanti, come da sei anni a questa parte i sindacati hanno chiesto ed ottenuto, a tutela dell’ambiente e dell’occupazione, aspetto non da poco in un territorio devastato come quello messinese. Una condizione che non riscontriamo in tutte quelle aree di competenza di enti pubblici. L’industria messinese deve essere rilanciata con battaglie per gli investimenti e l’infrastrutturazione del territorio, non con polemiche che non hanno una visione strategica e che disincentivano l’interesse e portano alla desertificazione del territorio, con una grave ricaduta economica e sociale. Cgil, Cisl e Uil reputano indispensabile la difesa e lo sviluppo dell’apparato industriale coniugando ambiente e lavoro, temi che – tra gli altri – saranno al centro dello sciopero programmato alla Ram per il prossimo 8 marzo».

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