De Gusto

Note di NotTe a Galati Mamertino, primo mattone per l’affermazione di un sistema enogastronomico integrato

Nei giorni scorsi a Galati Mamertino è andato in scena un evento particolare: Note di NotTe. Protagonista il cibo, il vino, la musica, la cultura e il territorio in una piazza trasformata per una sera in un palcoscenico delle bontà ma anche in un teatro delle prospettive. Perché quello che si è visto è stato, potremmo benissimo dire, un evento comunitario che ha coinvolto intanto quasi tutti i ristoratori galatesi e aziende agricole d’eccellenza come Emanumiele e poi ha coinvolto anche un sistema con un approccio diverso rispetto al solito: non solo l’occasione per gustare un piatto ma anche l’opportunità di conoscere la filiera che sta alla base di quel piatto.

E’ stato un debutto (riuscito a ben vedere) che ha saltato le prove generali valorizzando, davvero con tanto impegno e risorse risicate, un pezzo di territorio come quello dei Nebrodi e un sistema della ristorazioni di quel luogo che è un pezzo fondamentale dell’economia così come nel corso degli anni lo sta diventando l’agroalimentare di qualità con piccole ma battagliere esperienze imprenditoriali. E’ una fotografia, in una giornata di festa, che serve da promemoria anche per il futuro. Ed è bastata la testimonianza sulla qualità dei prodotti e sulla loro potenzialità di un ristoratore (galatese) come Giacomino Drago che opera a Los Angeles per comprendere il grande valore della semplicità di certi piatti nostrani. Oppure la prospettiva innovatrice di Gaia Campisi, chef dell’Antica Filanda, giovanissima e lucida nell’immaginare una cucina che sperimenta senza tradire il gusto, la tradizione, i nostri prodotti locali con proposte gastronomiche dal tocco geniale.

Certo gli eventi puntano sempre sulla logica dei grandi numeri ma è pur vero che la qualità si fa strada piano piano e anche attraverso eventi di questo tipo si costruiscono prospettive economiche in paesi di montagna come Galati Mamertino (nel cuore del Parco dei Nebrodi) posso essere addirittura salvifici: perché attribuiscono un valore alle cose mettendoci al riparo dal velleitarismo e dalle mode che, come sappiamo, sono solo effimere.

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