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Un investimento da 2,8 miliardi di euro, 650 nuovi posti di lavoro e una capacità di accumulo da 10 gigawatt. Sono i numeri record del progetto BESS (Battery Energy Storage System) che Absolute Energy – società gestita da un fondo internazionale – intende realizzare nell’area industriale del M.A.A.S. a Catania. Un’infrastruttura che, secondo i promotori, sarà la più grande al mondo per stoccare energia prodotta da fonti rinnovabili.
Un polo strategico per la transizione energetica
L’obiettivo è creare una vera e propria “Battery Valley” siciliana, capace di sostenere la rete elettrica nazionale nei momenti di picco e di garantire la stabilità del sistema, accumulando l’energia prodotta da impianti eolici e fotovoltaici e restituendola quando necessario. Una “gigantesca spugna” energetica che, a regime, potrebbe coprire un quarto del fabbisogno italiano.
“Parliamo di un’opera industriale senza precedenti – spiega Egidio Labanca, Ceo di Absolute Energy –. Siamo qui per restare, pronti a investire 2,8 miliardi di euro e a creare 650 nuovi posti di lavoro stabili”.
Il ruolo della Sicilia e il sostegno pubblico
La Regione Siciliana considera il progetto un tassello chiave della propria strategia energetica. L’area individuata, il M.A.A.S. (Mercati Agro-Alimentari Sicilia) di Catania, offre infatti una posizione logistica ideale, vicina ai grandi assi infrastrutturali e ai futuri collegamenti dell’alta tensione. Per attrarre l’investimento, la Regione ha concesso la ZES (Zona Economica Speciale), che prevede agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche.
Fondamentale anche l’interlocuzione con Terna, che gestisce la rete elettrica nazionale e che a luglio ha lanciato la prima asta per progetti di accumulo su larga scala. Absolute Energy punta a vincerla, portando a termine il BESS entro il 2028.
Cos’è un BESS
Il Battery Energy Storage System è un impianto di accumulo che consente di immagazzinare energia elettrica in eccesso, per poi rilasciarla quando la domanda cresce. Un elemento decisivo per integrare le rinnovabili nel sistema energetico: quando il sole non splende e il vento non soffia, la rete può attingere a queste “batterie” per garantire continuità e sicurezza.
Ricadute economiche e ambientali
Oltre ai benefici per la rete elettrica, il progetto promette ricadute significative per l’economia locale. I 650 posti di lavoro previsti non riguardano solo la fase di costruzione, ma anche la gestione e la manutenzione a lungo termine. Inoltre, la presenza di un’infrastruttura così avanzata potrebbe favorire la nascita di un indotto di ricerca, sviluppo e innovazione nel campo dell’energia.
L’impianto contribuirà anche alla riduzione delle emissioni di CO₂, permettendo un uso più efficiente dell’energia da fonti rinnovabili e diminuendo la necessità di centrali termoelettriche di riserva.
Una scommessa sul futuro
“Questa non è una semplice operazione finanziaria – sottolinea Labanca – ma una scelta strategica per accompagnare la transizione ecologica del Paese. Vogliamo che Catania diventi un punto di riferimento europeo per l’accumulo energetico”.
Se il cronoprogramma sarà rispettato, entro pochi anni la Sicilia ospiterà la “batteria d’Italia”: un’opera capace di proiettare l’isola al centro della rivoluzione energetica, trasformando una sfida ambientale in una straordinaria opportunità di sviluppo.