La casa green fa bene all’ambiente e anche al portafoglio. Nell’ultimo anno, complici le aspettative sul calo dei tassi di interesse e le offerte lanciate da alcune banche per cavalcare l’onda della direttiva Ue sull’efficientamento energetico degli immobili, il costo dei mutui per abitazioni di Classe A e B ha segnato una forte contrazione. Secondo […]
ROMA (ITALPRESS) – Il Green Pass “credo che sia lo strumento più adatto ai tempi eccezionali che stiamo vivendo. E’ l’opposto di una camicia di forza: nasce a tutela dei cittadini e delle imprese per liberare tutte quelle attività che la pandemia ha vietato o limitato, e per ripristinare l’esercizio dei diritti in sicurezza. Penso ai concerti di piazza, ai festival estivi, ai raduni, alle gare sportive. Tutte cose che si potrebbe tornare a fare senza rischi, incentivando tra l’altro i giovani a vaccinarsi”. Lo afferma in un’intervista al quotidiano La Repubblica la ministra per il Sud, Mara Carfagna.
A chi parla di dittatura sanitaria, Carfagna risponde: “Il dittatore è il virus, non chi lavora per contrastarlo. E’ il virus che ci ha chiuso in casa per oltre un anno, ci ha impedito la socialità, ha impoverito milioni di famiglie. Dire no a misure di vigilanza e contenimento significa rischiare una quarta ondata.
L’esperienza dell’estate scorsa dovrebbe averci insegnato qualcosa. Nessuno può permettersi un altro stop and go”.
Quanto al modello francese, la ministra sottolinea: “Io starei attenta a replicare schemi importati dall’estero. Penso che da noi sia difficile utilizzarlo per trasporti pubblici, bar e ristoranti, dove fra l’altro le misure a tutela della salute pubblica sono sempre state rispettate. Mentre sarebbe opportuno per grandi eventi, viaggi aerei o discoteche, dove il pericolo di assembramento è alto”. Una via italiana “mi pare che sia una soluzione ragionevole. E anche praticabile. Inutile imporre qualcosa che poi è difficile far rispettare”, aggiunge.
(ITALPRESS).
A chi parla di dittatura sanitaria, Carfagna risponde: “Il dittatore è il virus, non chi lavora per contrastarlo. E’ il virus che ci ha chiuso in casa per oltre un anno, ci ha impedito la socialità, ha impoverito milioni di famiglie. Dire no a misure di vigilanza e contenimento significa rischiare una quarta ondata.
L’esperienza dell’estate scorsa dovrebbe averci insegnato qualcosa. Nessuno può permettersi un altro stop and go”.
Quanto al modello francese, la ministra sottolinea: “Io starei attenta a replicare schemi importati dall’estero. Penso che da noi sia difficile utilizzarlo per trasporti pubblici, bar e ristoranti, dove fra l’altro le misure a tutela della salute pubblica sono sempre state rispettate. Mentre sarebbe opportuno per grandi eventi, viaggi aerei o discoteche, dove il pericolo di assembramento è alto”. Una via italiana “mi pare che sia una soluzione ragionevole. E anche praticabile. Inutile imporre qualcosa che poi è difficile far rispettare”, aggiunge.
(ITALPRESS).