La Ugri- Servizi per l’Ambiente è un’ azienda palermitana che opera, prevalentemente, con i suoi servizi in tutta la Sicilia, ma che sviluppa attività anche oltre lo Stretto. Lavora sia con il pubblico che con il privato. Ascoltare i bisogni della comunità è la mission con la quale la Ugri affronta il lavoro rivolgendosi alle […]
ROMA (ITALPRESS) – “I quasi mille emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle in Commissione sono un segnale da non sottovalutare, ma confido che alla fine si troverà la sintesi nella consapevolezza che l’impianto non si potrà cambiare.
Tuttavia alcuni aggiustamenti saranno necessari”. Lo dice in un’intervista al quotidiano La Repubblica la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani, in merito alla riforma della giustizia.
“L’attuale testo prevede due anni di tempo per l’appello e un anno per celebrare il processo in Cassazione, pena l’improcedibilità. L’anno scorso la durata media dei processi in appello è stata di due anni e due mesi. Noi proponiamo, da qui al 31 dicembre 2024, di allungare a tre anni il processo in appello e a un anno e mezzo quello in Cassazione”, spiega Serracchiani.
Fino al 2024 “per fare in modo che le altre parti della riforma, nuove assunzioni, digitalizzazione, organizzazione, vadano a regime: a quel punto i tempi attualmente previsti saranno realistici senza il rischio di far decadere troppi processi”, aggiunge.
“Sono consapevole delle difficoltà, ma dobbiamo deporre le spade ideologiche. In questo senso penso che il colloquio Conte-Draghi di lunedì scorso sia stato proficuo”, aggiunge Serracchiani, per la quale “il governo non si arroccherà. E’ una riforma innovativa, e come tale bisognosa di essere sostenuta e migliorata”.
(ITALPRESS).
Tuttavia alcuni aggiustamenti saranno necessari”. Lo dice in un’intervista al quotidiano La Repubblica la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani, in merito alla riforma della giustizia.
“L’attuale testo prevede due anni di tempo per l’appello e un anno per celebrare il processo in Cassazione, pena l’improcedibilità. L’anno scorso la durata media dei processi in appello è stata di due anni e due mesi. Noi proponiamo, da qui al 31 dicembre 2024, di allungare a tre anni il processo in appello e a un anno e mezzo quello in Cassazione”, spiega Serracchiani.
Fino al 2024 “per fare in modo che le altre parti della riforma, nuove assunzioni, digitalizzazione, organizzazione, vadano a regime: a quel punto i tempi attualmente previsti saranno realistici senza il rischio di far decadere troppi processi”, aggiunge.
“Sono consapevole delle difficoltà, ma dobbiamo deporre le spade ideologiche. In questo senso penso che il colloquio Conte-Draghi di lunedì scorso sia stato proficuo”, aggiunge Serracchiani, per la quale “il governo non si arroccherà. E’ una riforma innovativa, e come tale bisognosa di essere sostenuta e migliorata”.
(ITALPRESS).