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Palermo, il turismo del mare vale oltre 100 milioni e 1.100 posti di lavoro

PALERMO – Non più una stagione, ma dodici mesi di opportunità. È questo il volto nuovo del porto di Palermo, come emerge dallo studio “Palermo tutto l’anno” realizzato da Risposte Turismo su commissione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale (AdSP MSOCC) e presentato oggi nell’ambito del Blue Economy Forum organizzato dal Secolo XIX.

Un’analisi approfondita che racconta, per la prima volta con rigore scientifico, l’impatto del maritime tourism sull’economia e sulla società palermitana, evidenziando numeri in costante crescita, con oltre 100 milioni di euro di spesa diretta generata nel 2024 dai flussi di crocieristi, passeggeri di ferry e turisti nautici.

Numeri in crescita: un’economia che ruota attorno al porto

Il rapporto stima che nel 2024:

  • 1.100 unità di lavoro equivalenti (ULE) sono state impiegate direttamente nel settore del turismo marittimo;
  • La cifra sale a 1.820 ULE considerando l’indotto, con un impatto complessivo di 40 milioni di euro in redditi attivati;
  • 170 lavoratori vengono attivati in media per ogni approdo di una grande nave da crociera;
  • La spesa diretta ammonta a 101,1 milioni di euro, di cui:
    • 76 milioni spesi dai turisti,
    • 4,1 milioni dagli equipaggi,
    • 20,9 milioni dagli armatori;
  • Gli effetti indiretti e indotti sono stimati in 273 milioni di euro;
  • Si prevede per il 2025 una crescita del 9,4% dei passeggeri movimentati (fino a 1,1 milioni) e del 6,6% degli accosti (242 scali totali).

Investimenti e filiera corta: ricchezza che resta a Palermo

L’AdSP ha investito oltre 593 milioni di euro dal 2020 a oggi nel settore del maritime tourism, a cui si aggiungono altri 27 milioni di soggetti privati. Le opere sono state affidate a 21 imprese italiane, di cui il 38% siciliane e il 25% palermitane, contribuendo a generare ricchezza direttamente sul territorio.

“Abbiamo lavorato con passione e visione – ha commentato Pasqualino Monti, presidente dell’AdSP del Mare di Sicilia Occidentale – per dare a Palermo un volto moderno, accogliente, sostenibile e in linea con le sue potenzialità. Questi risultati confermano che siamo sulla strada giusta”.

Turismo tutto l’anno: cultura, enogastronomia e ospitalità

I turisti del mare arrivano a Palermo in tutti i mesi dell’anno. Se i crocieristi presentano una distribuzione mensile equilibrata, i turisti nautici concentrano i flussi tra luglio e settembre, mentre ferry e aliscafi registrano il picco ad agosto.

Significativo il dato sulla permanenza in città: il 50,4% di chi si imbarca sceglie di trascorrere almeno una notte a Palermo, e il 71,1% di questi si ferma per più notti. Spiccano tra gli interessi dei visitatori:

  • Visite ai siti culturali e archeologici (71,1%);
  • Esperienze enogastronomiche (50,6%);
  • Interesse latente, ma ancora da valorizzare, per trekking, natura e balneazione (desiderate da 2 turisti su 5, ma poco praticate).

Una base per le scelte strategiche future

Lo studio è stato completato da interviste a oltre 1.200 turisti, 50 operatori commerciali, gestori di porti turistici e stakeholder pubblici e privati, per delineare un quadro completo delle dinamiche legate al maritime tourism.

“Abbiamo potuto osservare in modo sistematico i flussi turistici lungo tutto l’anno – ha spiegato Francesco di Cesare, presidente di Risposte Turismo –. Questo lavoro può diventare una guida per gli investimenti futuri, pubblici e privati, che puntano a valorizzare la vocazione marittima di Palermo”.

Palermo guarda al mare per costruire il suo futuro

Dalla crescita dell’occupazione alla qualità dell’accoglienza, fino agli investimenti infrastrutturali e al valore economico distribuito sul territorio, Palermo si propone come modello di sviluppo sostenibile legato al mare. Un porto che non è solo luogo di passaggio, ma leva di rilancio per l’economia urbana, crocevia di esperienze culturali, professionali e turistiche.

“È tempo di riconoscere il porto non come periferia, ma come cuore pulsante della città. Palermo lo ha capito: il turismo del mare può essere la chiave per uno sviluppo duraturo e condiviso”.

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