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Paolo Fresu rilegge Bellini: “La Norma è già jazz, io le ho soltanto dato un’altra voce”

Nell’ambito della quinta edizione del Bellini International Context, la rassegna che ogni anno celebra il genio del Cigno catanese con concerti, incontri e nuove produzioni, arriva uno degli appuntamenti più attesi: “Norma in Jazz“.

Sul palco del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, domani, mercoledì 24 settembre alle 21, la tragedia lirica belliniana rivivrà in una chiave inedita con Paolo Fresu e l’Orchestra Jazz del Mediterraneo, guidata dagli arrangiamenti e dalla direzione di Paolo Silvestri.

“La Norma è già un’opera jazz, perché vive di respiro, di silenzi e di improvvise aperture. Non ho fatto altro che darle una voce diversa, senza tradirla”. Paolo Fresu sintetizza così lo spirito del progetto, che trasforma la partitura di Bellini senza snaturarla, illuminandola di colori nuovi.

Accanto al trombettista sardo ci sarà l’Orchestra Jazz del Mediterraneo, con gli arrangiamenti e la direzione di Paolo Silvestri, per un progetto che non snatura l’opera, ma la illumina di colori inediti. “L’idea – spiega Fresu – nasce in Sicilia, dal contrabbassista catanese Nello Toscano, allora direttore dell’Orchestra. Insieme a Silvestri pensammo a un lavoro sul repertorio belliniano e alla fine scegliemmo di dedicarci alla “Norma”. Ci accorgemmo che era perfetta per il jazz: “Casta diva” ha una cantabilità che sembra scritta per la mia tromba”.

Domani a Messina riecheggeranno pagine celebri come “Casta diva”, “Mira, o Norma”, “Va’, crudele”, “Guerra, guerra!”. Arie che conservano l’intensità drammatica dell’opera, ma si trasformano in racconti strumentali guidati dal suono della tromba e del flicorno. “La tromba è voce – sottolinea Fresu -. Armstrong, Chet Baker, Miles Davis hanno dimostrato che può cantare. In questo progetto diventa la voce stessa di Norma, quasi a evocare Maria Callas”.

Jazz e opera: un incontro che guarda al futuro

Il riferimento dichiarato è il leggendario “Porgy and Bess” di Gershwin, reinterpretato da Miles Davis e Gil Evans. “Quel disco – confessa Fresu – mi ha insegnato che opera e jazz non sono mondi separati. Possono incontrarsi e creare un linguaggio universale. Con Bellini ho voluto dimostrare lo stesso: che la sua musica può respirare nel presente”.

Ma Norma in Jazz non è solo un esperimento musicale, è anche un ponte verso nuovi pubblici. “Io sono convinto – dice Fresu – che i repertori debbano dialogare, così come i pubblici. Questo progetto è capace di attrarre chi ama l’opera e chi segue il jazz. È importante portare i giovani a teatro: scopriranno che ciò che pensano lontano è invece vicinissimo. Molta della musica che ascoltano oggi porta dentro tracce di classica e di jazz, anche se non lo sanno. Nulla nasce dal nulla, tutto si evolve”.

Sicilia, ispirazione e seconda casa per Paolo Fresu

Il legame di Fresu con la Sicilia è antico e profondo. “Negli anni Ottanta – ricorda – cominciai a muovermi dalla Sardegna grazie al Brass Group di Palermo. Da allora sono nati rapporti artistici e umani con musicisti e città di tutta l’isola. A Messina ho trovato una seconda casa, con progetti che univano musica e solidarietà, penso a “Suono e Silenzio” o all’orchestra de “La Ragnatela”. E poi Catania, con Dino Rubino, amico e collaboratore di lungo corso”.

Un legame che oggi si rinnova con “Insule Lab“, il laboratorio musicale creato a Berchidda, suo paese natale, che mette insieme artisti delle isole del Mediterraneo. “Sardegna e Sicilia condividono l’insularità, che è un valore. A “Insule Lab” i musicisti siciliani sono sempre protagonisti: Dino Rubino, Rino Cirinnà, Sebi Burgio, Alfio Antico. Insieme ai sardi portano nel mondo progetti che nascono dal dialogo tra isole”.

Prodotto dal Teatro di Messina, con il sostegno dell’Assessorato regionale al Turismo, “Norma in Jazz” vuole essere un atto di amore verso Bellini. “La musica non è un museo – conclude Fresu -. È un corpo vivo che cambia ogni volta che qualcuno la suona. Se anche una sola persona, ascoltando la mia tromba, sentirà Norma più vicina, allora il nostro lavoro avrà avuto senso”.

Domani sera, al Teatro Vittorio Emanuele, la tragedia lirica di Bellini e la libertà del jazz si incontreranno in un dialogo senza confini. Un appuntamento che non è solo concerto né solo opera, ma entrambe le cose insieme: un ponte tra passato e presente che promette di emozionare.

Per maggiori informazioni sui prossimi spettacoli è possibile consultare il programma e prenotare sul sito ufficiale del Bellini International Context o su Eventbrite.

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