Il Mezzogiorno si candida a diventare snodo strategico tra Europa e Africa. A Maida, in provincia di Catanzaro, si è aperto il Global South Innovation 2025, forum internazionale che riunisce oltre cinquanta esperti, istituzioni e imprese per definire un nuovo modello di sviluppo per il Sud. L’obiettivo è ambizioso: trasformare il Mediterraneo in una piattaforma […]
ROMA – 16 luglio 2025 – Si è svolta a Palazzo Madama la presentazione del primo Rapporto dell’Osservatorio Freight Insights, promosso dalla Fondazione Conftrasporto e dal Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile – MOST. L’evento ha rappresentato un momento di confronto fondamentale per analizzare numeri, dinamiche e scenari futuri della logistica italiana, con un focus sempre più urgente sul ruolo e le criticità del Mezzogiorno.

I numeri della logistica italiana: segnali positivi, ma il Sud resta indietro
Dai dati presentati da Vittorio Marzano (Università di Napoli Federico II) e Damiano Frosi (Politecnico di Milano), emerge un’Italia a due velocità. Se a livello nazionale il trasporto stradale segna un incremento delle percorrenze (+2,1% per i veicoli industriali nel 2023) e una crescita del volume trasportato (+2,2% in autostrada e +2,1% su rete stradale), il Mezzogiorno soffre ancora un’evidente carenza infrastrutturale e una minore densità logistica.
I flussi rilevati lungo le direttrici Sud – Nord e Sicilia – Centro Italia sono significativamente sbilanciati, con carichi spesso vuoti al ritorno e una saturazione della capacità ancora sotto la media nazionale. I dati raccolti da 320 aziende di trasporto merci su strada mostrano che:
- Il Sud e la Sicilia rappresentano meno del 20% dei flussi FTL (Full Truck Load) nazionali;
- I fattori di riempimento nei viaggi di ritorno sono inferiori al 50%, segno di inefficienze logistiche;
- La localizzazione prevalente delle operazioni di carico/scarico resta concentrata nel Nord-Ovest.
Porti del Sud: alta potenzialità, bassa connettività
Nel settore marittimo, l’Italia conferma il terzo posto in Europa per tonnellaggio movimentato via mare, ma ancora una volta i porti del Mezzogiorno soffrono di scarsa integrazione logistica. Secondo il rapporto:
- Solo il 12,9% delle merci via mare in Europa passa da porti italiani, e gran parte di questo traffico è concentrato su Liguria, Veneto e Lazio;
- I porti di Gioia Tauro, Cagliari, Taranto e Palermo mostrano un andamento disomogeneo, con diminuzioni a doppia cifra nei traffici tra il 2018 e il 2024, in parte compensate dall’aumento del traffico Ro-Ro e container in specifici scali;
- La connettività marittima dei porti del Sud è ancora bassa, con poche partenze settimanali e una rete poco integrata con il sistema ferroviario retroportuale.
Un dato su tutti: nella rete di collegamenti Ro-Ro/Ro-Pax, i porti del Sud hanno meno partenze settimanali rispetto ai principali hub del Nord, compromettendo le possibilità di sviluppo dell’intermodalità.
Intermodalità debole: il gap ferroviario penalizza il Sud
Il trasporto ferroviario delle merci, che potrebbe rappresentare una valida alternativa sostenibile alla gomma, mostra un andamento altalenante. Tra il 2011 e il 2024, le tonnellate∙km a livello nazionale sono cresciute solo dell’1,2%, ma:
- Il trasporto nazionale è in calo del -25,5%, un dato che colpisce soprattutto le regioni meridionali, dove mancano hub intermodali efficienti;
- Il traffico internazionale è cresciuto (+58,5% rispetto al 2011), ma i benefici sono stati assorbiti principalmente dal Nord Italia, lasciando il Sud ai margini delle grandi direttrici europee.
Trasporto aereo merci: Sud penalizzato dall’aviocamionato
Il trasporto aereo di merci è un altro punto debole del Mezzogiorno: gli aeroporti meridionali movimentano una quota minima del traffico nazionale, mentre i grandi volumi di aviocamionato (merci trasportate su gomma verso aeroporti del Nord o esteri) si aggirano tra le 600.000 e 1.000.000 tonnellate/anno.
Questa tendenza non solo penalizza la competitività del Sud, ma aumenta anche le emissioni di CO₂ e i costi per le imprese locali.
Le richieste delle imprese: servono investimenti mirati
L’Osservatorio ha coinvolto un campione di 100 imprese italiane committenti di servizi logistici: le aziende del Sud chiedono maggiore accessibilità, modernizzazione delle infrastrutture e digitalizzazione dei processi.
Tra le priorità espresse:
- Rilancio dei collegamenti ferroviari e intermodali nel Mezzogiorno;
- Maggiore trasparenza sui tempi di sosta, carico e scarico;
- Incentivi per il rinnovamento della flotta con veicoli a basse emissioni;
- Semplificazione burocratica per le imprese del settore.
Intelligenza artificiale: un’opportunità anche per il Sud
Il dato forse più promettente arriva dal fronte tecnologico: secondo il rapporto, il 76% delle imprese italiane considera l’integrazione dell’AI nei sistemi di gestione dei trasporti molto rilevante. Tra le applicazioni già attive o in fase di test:
- Ottimizzazione dei percorsi e dei carichi;
- Previsione dei ritardi e gestione delle emergenze;
- Booking automatico dei piazzali di carico nei porti;
- Analisi predittive sulle performance logistiche.
L’AI può rappresentare una leva strategica per colmare il digital divide del Mezzogiorno, a condizione che siano previsti investimenti pubblici mirati alla formazione e alla diffusione di piattaforme intelligenti.
Conclusioni: il Mezzogiorno non è il problema, ma parte della soluzione
Il Rapporto Freight Insights lancia un messaggio chiaro: senza il Sud, non c’è logistica nazionale efficiente. La resilienza dell’intero sistema Paese passa dalla valorizzazione delle sue periferie logistiche, che devono diventare nuove centralità produttive.
“Non possiamo permetterci un’Italia logistica a due velocità – ha dichiarato il senatore Etelwardo Sigismondi –. Serve una strategia che rimetta al centro il Mezzogiorno: infrastrutture moderne, tecnologie avanzate e un’alleanza tra pubblico e privato”.