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Trasporto pubblico locale: i tagli mettono a rischio i servizi e i posti di lavoro

I tagli decisi dalla Regione Siciliana al comparto del trasporto pubblico locale sono stati al centro del tavolo di confronto oggi tra Anav, l’associazione che nell’Isola raggruppa 73 aziende private di trasporto pubblico e i sindacati. Presenti tutte le sigle convocate FILT CGIL, FIT CISL, UIL TRASPORTI, FAISA CISAL, UGL TRASPORTI.

Con l’ultima Finanziaria di maggio il Parlamento Siciliano ha deciso una riduzione del capitolo di spesa dei trasporti urbani ed extraurbani di sei milioni di euro, pari al 4 per cento del finanziamento previsto. E ancora, il taglio legiferato per il 2019 e per il 2020 sarà di 50 milioni di euro l’anno.

Dal 2011 il comparto ha già subito una contrazione dei servizi pari al 35 per cento dovuta al taglio degli stanziamenti nel relativo capitolo di bilancio che ha determinato difficoltà alla mobilità e quindi agli spostamenti dell’utenza, principalmente studenti e lavoratori pendolari.

“Questi ultimi tagli rischiano di aggravare la crisi di oltre un centinaio di aziende e mettere a rischio settemila posti di lavoro tra pubblico e privato” – dice Antonio Graffagnini, presidente dell’Anav Sicilia -. Chiediamo che vengano rispettati i contratti in essere e che la programmazione futura del Trasporto Pubblico Locale su gomma in Sicilia non venga ulteriormente penalizzata. Sarebbe la fine della mobilità capillare nella nostra Regione che le aziende hanno da sempre assicurato con standard qualitativi elevati”.

Sulla necessità di difendere il profilo occupazionale si sono espressi i segretari generali regionali dei sindacati confederali i quali concordano sulla salvaguardia del settore e del suo finanziamento. “Sino a gennaio la Regione aveva assicurato 157 milioni di euro al settore del trasporto pubblico su gomma, a maggio sono diventati 151 milioni e per gli anni 2019 e 2020 diventeranno 115. Se consideriamo che nell’anno 2011 le risorse investite nel settore erano pari a 225 milioni e che da allora ad oggi le aziende hanno ridotto le percorrenze e quindi i livelli occupazionali, il rischio futuro è quello di vedere aumentare la disoccupazione in Sicilia insieme ad una forte riduzione di mobilità. Non si può tagliare senza sapere cosa si taglia” affermano Cgil, Cisl e Uil.

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