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Efficienza energetica, Licitra (Sicindustria): “Servono politiche di sostegno per la manifattura locale”

Quattro richieste con un occhio all’ambiente e un altro allo sviluppo e alla maturità delle imprese. Quattro punti di una strategia che è destinata a portare benefici a tutti perché interviene in un settore chiave della nostra vita quotidiana: quello dell’energia. La prospettiva è di intervenire sull’efficientamento energetico soprattutto delle imprese: il che significa rendere anche il sistema produttivo nel suo insieme più efficiente e dunque competitivo. E meno inquinante. E’ questo il messaggio che lancia Leonardo Licitra, presidente di Sicindustria Ragusa che chiede attenzione per la manifattura locale, sburocratizzazioine, rimozione delle incertezze normative e regolatorie, confronto tra imprese e istituzioni.

Parliamo di numeri intanto presidente. Quanto vale questo tipo di intervento e che ritorno economico ci si aspetta?
Numeri di dettaglio sulla Sicilia non ve ne sono ma il recente rapporto sull’efficienza energetica realizzato da E&S Group del Politecnico di Milano in collaborazione con Rse e Enea prevede, in uno scenario di piena attuazione delle policy europee, una domanda finale nazionale pari a 543 miliardi di euro, un valore medio della produzione industriale pari a 1,9 %, una occupazione totale di 5,7 milioni di Ula (Unità lavorative annue), con effetti positivi sul bilancio statale per complessivi 69,1 miliardi, con benefici in termini di decarbonizzazione e di miglioramento della qualità dell’aria di 72 Mt di CO2 risparmiate ogni anno.

Questo in prospettiva. Ma intanto cosa è stato fatto?
Gli investimenti in efficienza energetica realizzati in Italia hanno raggiunto i 6,13 miliardi di euro nel 2016 in crescita del 8% rispetto al 2015 confermando il trend di crescita degli ultimi 5 anni. Il segmento residenziale guida la classifica con il 53% del totale, seguito dal settore industriale con il 33% (2 miliardi di euro)e dal settore terziario con il 14%. Per quanto riguarda le tecnologie pompe di calore, illuminazione e superfici opache costituiscono il 50% del investimenti complessivi in efficenza energetica. Sette imprese su dieci dichiarano di aver realizzato investimenti in efficienza energetica nell’ultimo anno. In crescita è lo strumento dell’audit energetico (obbligatorio per i soggetti industriali di grandi dimensioni e per le imprese energivore) e la definizione di figure professionali anche interne all’azienda per la gestione e il controllo dell’impiego di energia elettrica.

Quali sono le vostre richieste?
L’efficienza energetica ha un impatto potenziale decisamente elevato sia sul piano economico che su quello sociale. Questo potenziale deve essere sfruttato per sostenere il lento percorso di ripresa economica che stiamo affrontando. Occorre pertanto: orientare le politiche di sostegno all’efficienza energetica verso la manifattura locale per massimizzare le ricadute occupazionali; rimuovere le barriere non economiche: complessità, incertezza e inadeguatezza normativa e regolatoria che bloccano lo sviluppo delle tecnologie di efficienza energetica; semplificare e sburocraticizzare l’accesso agli strumenti incentivanti anche per piccoli interventi di installazione di tecnologie efficienti; rafforzare il confronto tra imprese e istituzioni per sostenere politiche di sviluppo a maggior “valore aggiunto”; favorire la diffusione della cultura dell’efficienza energetica attraverso la promozione di strumenti di comunicazione istituzionale.

La Regione siciliana si accinge a pubblicare un bando di 37 milioni.
E’ un dato importante perché crediamo vada nella giusta direzione: quella del sostegno alle imprese che vogliono investire in qualità. E’ un aiuto selettivo al sistema produttivo e pertanto ha un grande valore di politica economica: indirizza le imprese, le spinge, se vogliamo dirla così, in una direzione che garantisce qualità a tutti. Ma garantisce anche risparmio e dunque anche benefici per i bilanci e non è poco, direi. Le storie delle aziende raccontate nel corso dell’incontro sono la testimonianza di quali siano i benefici positivi. Certo la previsione di utilizzare ancora una volta il cosiddetto click day non ci lascia soddisfatti perché, come abbiamo detto tante volte, non premia il merito dei progetti ma solo, diciamo così, la velocità di presentazione.

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