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Parte la campagna dii scavi archeologici nel primo degli otto cantieri finanziati dalla Regione Siciliana. Si tratta della villa romana con pavimenti mosaicati di contrada Castellito a Ramacca, nel Catanese, saccheggiata e vandalizzata nel dicembre del 2017. I lavori, per un importo di quasi settantamila euro, sono stati affidati alla ditta Arkeo Restauri di Agrigento.
Per il governo Musumeci, che ha deciso di riprendere un’attività ferma ormai da dieci anni, si tratta di una precisa scelta strategica, adottata con l’obiettivo di riportare alla luce nuovi tesori e arricchire ulteriormente quel patrimonio di reperti storici che da sempre ha un grande impatto sui flussi turistici.
«Si tratta di un’area demaniale della Regione Siciliana – spiega la Soprintendente ai Beni culturali di Catania, Rosalba Panvivi – che ha ancora tantissime potenzialità e gli interventi in programma promettono di riportare alla luce nuove, preziosissime testimonianze».
In particolare, l’intervento di restauro riguarda la struttura identificata con la Massa Capitoniana presso cui si trovava la prima statio, per chi veniva da Catania, sul tracciato della strada romana che collegava il capoluogo etneo ad Agrigento, così come era indicato nell’Itinerarium Antonini risalente al periodo dell’imperatore Caracalla. Gli scavi, effettuati nel 1978, consentirono di scoprire due vani con pavimento musivo a decorazione geometrica e un muro ad andamento curvilineo e doppio livello pavimentale che suggerì l’esistenza di un piccolo impianto termale.
«Anche l’assessore Sebastiano Tusa – ricorda il governatore Nello Musumeci – aveva voluto fortemente questi interventi che sono, dopo un decennio, i primi a essere sostenuti dall’amministrazione regionale. E’ solo l’inizio: intendiamo sfruttare in pieno questa immensa risorsa e siamo pronti a esaminare con attenzione tutte quelle nuove perizie di scavo che arriveranno dalle Soprintendenze dell’Isola, che in questo settore dovranno tornare ad avere un ruolo propulsivo, per avviare una nuova, entusiasmante stagione di indagini archeologiche».