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Blockchain, presentato a Milano il Consorzio Meditchain

Favorire la realizzazione concreta di progetti che utilizzano la tecnologia blockchain attraverso una rete privata di Nodi, lo scambio di esperienze, il supporto operativo ai Consorziati, in qualunque ambito essi operino, con la condivisione di costi e ricavi. E tutto con uno sguardo anche internazionale, per creare una Rete blockchain del Mediterraneo che possa contribuire alla cooperazione e all’interscambio socio-economico tra tutti i popoli che vivono lo stesso mare. Questo l’obiettivo del Consorzio Meditchain presentato oggi a Milano dal Fondatore e Presidente Marco Di Marco.

 

“È tempo che la blockchain superi la fase dei convegni e dei progetti pilota, e metta in campo concretamente il suo potenziale. Per farlo dobbiamo passare dalle parole ai fatti, mettendo a disposizione competenze, esperienza e servizi alle imprese che vogliono innovare con la blockchain e la Distributed Ledgers Technology (Dlt). Il Consorzio Meditchain nasce per questo ed è il primo consorzio nazionale che mette insieme una pluralità di soggetti che, pur operando in ambiti diversi, hanno deciso di procedere insieme nello sviluppo di soluzioni basate su questa tecnologia innovativa”, spiega Marco Di Marco.

Elemento centrale del Consorzio è la rete Meditchain, una blockchain di tipo Permissioned realizzata con Hyperledger Fabric, progetto collaborativo ed open source guidato dalla Linux Foundation.  A progettarla e realizzarla ad hoc per soddisfare le specifiche esigenze del Consorzio è stata InformAmuse. Nata nel 2009 come spin-off accademico del Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università degli Studi di Palermo, è dal 2016 una Pmi innovativa e tra i fondatori di Meditchain. Dal 2018 Informamuse è General Member di Hyperledger.

 

Ogni Nodo di Meditchain comunica con gli altri solo con le credenziali rilasciate dal Consorzio, che definisce quali nodi possono leggere o scrivere sul Ledger. Il principale vantaggio di questo tipo di blockchain è la presenza di un’autorità di controllo, il Consorzio Meditchain, che permette ai propri consorziati di:

– diventare un’organizzazione che può operare all’interno della rete

– utilizzare una rete blockchain di test

– accedere ad un dashboard riservata

– implementare Smart Contract per le blockchain app.

 

La Rete Meditchian così strutturata  si candida ad essere già compliant con il cosiddetto “decreto semplificazioni” che contiene le definizioni legali di blockchain, o meglio, “tecnologie basate su registri distribuiti” (DLT) e degli smart contract, con le relative linee guida.

 

I Consorziati

 

L’approccio multisettoriale di Meditchain è rispecchiato dalla composizione dei consorziati: oltra a Informamuse, hanno aderito al progetto una banca del territorio che da sempre punta all’innovazione ovvero la Popolare di S.Angelo; uno dei più importanti System Integrator italiani, Elmi; una società di consulenza alle imprese , MDM Holding; una piattaforma di vendita on line B2C di abbigliamento di lusso multimarca, in particolare Made in Italy, Giglio.com; il primo studio di consulenza tradizionale ad offrire servizi professionali con soluzioni Blockchain, RMSTUDIO; una società leader nel mercato delle smart card e delle soluzioni con tecnologia RFID, specializzata anche in soluzioni cloud per il mondo della logistica e della gestione dei rifiuti, Partitalia.

“Il Consorzio è aperto a nuove adesioni. Per Meditchain, infatti, ogni nuovo Consorziato aggiunge valore alla rete: più saranno i partecipanti (Nodi), maggiore sarà la solidità della rete e l’affidabilità” spiega Di Marco.

 

I progetti di Meditchain 2019-2020

Il Consorzio Meditchain sta lavorando su numerosi progetti. In particolare, sta sviluppando soluzioni:

  • nell’Agrifood, contro le frodi e la contraffazione alimentare a tutela del Made in Italy;
  • nel mondo dell’arte, per garantire la tracciabilità e l’autenticità delle opere;
  • nel settore finanziario e assicurativo, per offrire servizi innovativi e garantire maggiore trasparenza;
  • nell’e-commerce, per tracciare le spedizioni e gestire tramite smart contracts i rapporti tra fornitori e produttori;
  • nel mondo dei rifiuti, per garantire un servizio trasparente, attento alla legalità, alla natura e all’ambiente;
  • nella Pubblica Amministrazione, per offrire servizi trasparenti, inclusivi e sicuri. Il Consorzio, tramite Informamuse, ha già aperto sul MEPA una proposizione blockchain dedicata agli enti della PA che desiderano utilizzare questa tecnologia per implementare processi all’interno delle proprie organizzazioni.

Il modello consortile prevede un rapporto “mutualistico” tra i Nodi della rete. Sono condivisi tra i consorziati i costi in quanto vengono forniti servizi altamente tecnologici e innovativi rispetto all’offerta del mercato con investimenti nettamente inferiori a quelli che dovrebbero sostenere autonomamente le singole realtà.

Ma vengono anche condivisi i ricavi; i rapporti economici tra consorziati legati alle transazioni sono regolate attraverso il token Meditchain; su ogni transazione i consorziati hanno una revenue share  differenziata fra nodi passivi e nodi attivi.

“Meditchain guarda anche al Mediterraneo – conclude il Presidente – e si candida come “Rete Tecnologica Naturale” che mette in connessione Nodi e Stati della regione per sviluppare attività economiche e per innescare processi virtuosi di innovazione sociale. Questo sfruttando la trasversalità offerta dalla tecnologia blockchain che, condividendo un unico Registro (ledger) Internazionale delle transazioni, offre un reticolo di relazioni, certe, sicure e indelebili. Vogliamo coinvolgere direttamente università, imprese, pubbliche amministrazioni, professionisti, associazioni di tutto il bacino del Mediterraneo – sottolinea Di Marco – creando un link diretto con l’Unione Europea a partire da Malta, San Marino e la Svizzera”.

 

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