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Come funziona l’anticipo della liquidazione per i lavoratori pubblici

La liquidazione per i lavoratori pubblici è chiamata trattamento di fine servizio, anche indicata con l’acronimo TFS. Mentre nelle aziende private solitamente un dipendente riceve la liquidazione in tempi brevi, al massimo un anno, è noto che nel settore pubblico le cose vanno in modo più lento. Per questo motivo alcuni istituti di credito propongono l’anticipo del TFS.

Cos’è l’anticipo del TFS?

In pratica, la banca offre ai dipendenti pubblici che terminano il proprio contratto di lavoro o che vanno in pensione una somma sotto forma di prestito, che anticipa il pagamento della liquidazione. L’anticipo TFS ai dipendenti pubblici è un’opportunità decisamente interessante, perché consente di ottenere la liquidazione subito, al termine del contratto lavorativo, senza attendere diversi mesi, o addirittura più di due anni, per poter avere tale somma a disposizione. Specifichiamo che tale prestito è volto solo a coloro che devono ottenere il TFS, una forma di liquidazione che percepiscono i lavoratori pubblici assunti con contratto a tempo indeterminato prima del 1° gennaio 2001. Questo tipo di proposta è sicuramente interessante, perché evita a chi va in pensione di dover attendere a lungo prima di ottenere la liquidazione maturata in tanti anni di lavoro, che ovviamente può essere una somma significativa.

Come funziona

Nel momento in cui si richiede il pensionamento, l’INPS presenta al lavoratore pubblico un prospetto di liquidazione in cui è precisamente indicato il TFS netto maturato nel corso degli anni. Con questo documento ci si può rivolgere all’istituto di credito che propone l’anticipo della liquidazione per gli statali. In questo modo potrà ricevere rapidamente fino al 95-98% del TFS indicato nel prospetto di liquidazione. Il restante 5-2% sarà disponibile per il richiedente nel momento in cui l’ente previdenziale salderà all’istituto di credito il rimborso dell’anticipo sul TFS. Quindi di fatto il lavoratore pubblico che va in pensione potrà ottenere l’intera somma del trattamento di fine rapporto: in gran parte subito, la restante con le tempistiche dell’ente pensionistico. La somma massima richiedibile come anticipo sul TFS è di 180.000 euro, questo fa rientrare in tale proposta una grossa fetta dei lavoratori pubblici. 

I termini della questione

Ovviamente il 95% del TFS ottenuto dalla banca è considerato un prestito, con durata del piano di ammortamento fino a un massimo di 96 mesi. Il tasso proposto è fisso, per l’intera durata del periodo di ammortamento. Non ci si deve però preoccupare delle rate da pagare, in quanto sarà l’ente pensionistico a restituire alla banca il capitale versato al lavoratore pubblico, in una singola rata o fino a un massimo di 3 rate. Chiaramente la somma ricevuta dal lavoratore come anticipo sulla liquidazione tiene conto del tasso di interesse previsto da quello che è un vero e proprio prestito. Solitamente l’anticipo si ottiene entro 30 giorni dalla richiesta, calcolati a partire dal momento della ricezione della documentazione riguardante il TFS da parte dell’INPS.

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