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Cooperative, Agci. Cappadona rilancia: “Scuotere l’immobilismo e vincere la rassegnazione “

Con i suoi oltre cinquantamila soci è una realtà in espansione. I dati parlano chiaro. Dal 2005 al 2017 sono state oltre mille le nuove cooperative che si sono iscritte all’Agci Sicilia. L’Associazione Generale Cooperative Italiane nel corso della XV assemblea congressuale che si svolta ieri, 25 ottobre al NH Hotel di Palermo, snocciola con orgoglio i suoi ultimi dati. Numeri che celebrano il successo degli ultimi dodici anni di presidenza di Michele Cappadona. Incarico che proprio ieri nel corso della mattina di lavori palermitani è stato riconfermato per acclamazione da una platea di oltre trecento partecipanti.
Cappadona, classe 1956, nato a Patti in provincia di Messina è stato rieletto presidente dell’Agci Sicilia, incarico che ricopre dal marzo 2005. Una carica arrivata dopo una ventennale carriera nel mondo della cooperazione sociale e del sindacalismo. Settori che lo hanno visto sempre in prima linea in battaglie per la difesa dei diritti dei più deboli che siano disabili o lavoratori. La sua esperienza nell’ambito dell’impresa cooperativa risale al 1988 quando assume il ruolo di amministratore delegato di una cooperativa sociale. Oggi, oltre ai numerosi altri incarichi, è anche componente della presidenza nazionale di Agci.
Ed è proprio stato il presidente nazionale Rosario Altieri a spiegare come i successi di questi ultimi anni sono legati al lavoro portato avanti dal presidente Cappadona. «I dati che sono stati presentati – ha detto nel corso del suo intervento – dimostrano con chiarezza il peso crescente assunto dall’associazione siciliana nell’economia e nel tessuto sociale dell’isola. Una crescita portata avanti nonostante la crisi».
Tra i numerosi presenti in sala, esponenti del mondo della politica e della pubblica amministrazione quali Sergio Marino, vice sindaco di Palermo, l’onorevole Salvatore Cordaro, deputato dell’ARS, Sami Ben-Abdelaali, presidente dell’Ircac e l’ex rettore dell’ateneo palermitano, Roberto Lagalla. E ancora i presidenti regionali di Confcommercio, Confartigianato Sicilia, Confindustria Sicilia, Sicilia Impresa, i presidenti regionali di analoghe associazioni di rappresentanza cooperativa quali Confcooperative e Lega Coop, rappresentanti della Uil.

Presidente Cappadona, quali comparti ha riguardato la crescita del settore cooperativistico in Sicilia?

Certamente il settore sociale, quello della produzione e lavoro e dell’agricoltura sono i settori nei quali abbiamo registrato un incremento percentuale grazie alle nuove adesioni.

I dati parlano di un aumento nonostante la crisi. Cosa è stato fatto?
A differenza di molte altre imprese, le cooperative hanno retto bene l’impatto della crisi, hanno tenuto invariati i livelli occupazionali quando non li hanno aumentati e non hanno mai delocalizzato. Molte di esse hanno vissuto questi anni come una sfida, hanno lavorato a testa bassa e si sono affacciate sui mercati internazionali producendo maggiore ricchezza per il Paese. Tutto questo con il nostro supporto.

Come supportate le cooperative siciliane e quali sono le strategie di Agci Sicilia?
La nostra è una Associazione che rappresenta e tutela i propri iscritti davanti alle Istituzioni alle quali rivolgiamo le loro istanze, e svolge una delicata attività di vigilanza sugli enti cooperativi. Promuoviamo l’inserimento dei nostri associati nell’economia regionale e in quella nazionale fornendo assistenza legale e fiscale, economica, contrattuale ed aziendale. Agci fornisce consulenza anche attraverso sinergie e piattaforme interassociative con altre sigle di rappresentanza. Importante inoltre, vista la stretta creditizia delle banche soprattutto verso le Pmi, è assistere i nostri associati nell’accesso al credito, per il quale rivestono particolare rilevanza l’Ircac (l’Istituto Regionale per il Credito alle Cooperative) e i consorzi fidi, dei quali, tra quelli a noi aderenti, possiamo vantare gli unici due presenti in Sicilia costituiti ai sensi dell’ex art. 106 del Tub e operanti sotto l’egida della Banca d’Italia.

Come sono distribuite in Sicilia le cooperative per settore?
Ad Agci Sicilia aderiscono oltre 1.300 cooperative operanti in vari settori. Quello che ha la percentuale più alta, il 40%, è quello della produzione e lavoro che comprende anche il turismo. Seguono il sociale con il 25%, abitazione 14%, agricolo 9%, pesca 6%, misto 4%, infine i settori del credito e finanza e dei Trasporti, che si attestano entrambi all’1%.
Quale provincia è quella con il maggior numero di cooperative?
Catania, Palermo e Messina sono quelle in cui le imprese cooperative raggiungono percentuali più elevate. Seguono tutte le altre province.

Cosa vuol dire fare sviluppo in Sicilia?
Significa dare una scossa all’immobilismo, vincere la rassegnazione, superare le divisioni e la conflittualità sociale. Significa mettersi in gioco e avviare politiche votate alla crescita. Bisogna concentrarsi sui settori produttivi nei quali la nostra isola può rivestire un ruolo da protagonista: il turismo, l’agricoltura biologica, l’artigianato e la manifattura di qualità. È necessario studiare serie strategie di destagionalizzazione, perché ogni minuto che passa sprechiamo bellezza, ricchezza, benessere.

Molti giovani decidono di lasciare la Sicilia per studiare e lavorare in altre regioni del Paese, quando non all’Estero. Come fare per arginare questo fenomeno?

E’ importante arrestare al più presto la fuga dei nostri migliori talenti individuando il modo più efficace per integrare l’esperienza degli anni con l’entusiasmo e la creatività del capitale umano più giovane che, maturata la propria di esperienza, sarà chiamato domani a costruire e a dirigere il futuro della nostra Regione. Nell’ambito della programmazione europea e dell’innovazione, sono molte le opportunità sprecate per la mancanza di professionalità. Su questi giovani e la loro formazione adesso dobbiamo puntare.

 

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