La casa green fa bene all’ambiente e anche al portafoglio. Nell’ultimo anno, complici le aspettative sul calo dei tassi di interesse e le offerte lanciate da alcune banche per cavalcare l’onda della direttiva Ue sull’efficientamento energetico degli immobili, il costo dei mutui per abitazioni di Classe A e B ha segnato una forte contrazione. Secondo […]
Il Tar Lazio, ancora una volta, accoglie le ragioni degli artigiani, ordinando a Fsba (Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’artigianato) di consentire la presentazione della domanda di concessione dell’assegno ordinario di integrazione salariale senza la preventiva iscrizione al Fondo e senza l’assunzione di alcun vincolo contributivo.
L’arbitraria richiesta di iscrizione, che comportava l’assunzione di un obbligo contributivo non solo per il futuro, ma anche per il pregresso (pari a 36 mensilità), ha di fatto impedito a tantissimi datori di lavoro di ottenere la cassa integrazione per i propri lavoratori poiché non iscritti al Fondo.
A ribadire ancora una volta l’orientamento già espresso nel giudizio instaurato da un artigiano di Modica, è stato il presidente del Tar del Lazio – Roma, sez. III quater Riccardo Savoia il quale ha accolto l’istanza presentata da una cinquantina di aziende artigiane assistite dallo studio legale Leone Fell & C.
“Abbiamo lavorato al fianco di tante aziende e dei loro consulenti del lavoro – spiegano gli avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Nicolò Vella, dello studio legale Leone-Fell – perché convinti che, in un momento di crisi come questo, non fosse corretto approfittare della situazione per imporre l’assunzione di vincoli contributivi. Abbiamo tutelato i diritti di tantissimi lavoratori e datori di lavoro che adesso potranno beneficiare della Cassa integrazione, senza previa iscrizione al Fondo che, lo ricordiamo, non è obbligatorio”.
La class action è stata supportata dall’associazione Conflavoro PMI guidata dal presidente Roberto Capobianco, che si è speso in prima persona per difendere i diritti degli artigiani. “Eravamo certi che sarebbe finita così – spiega – poiché le pretese di FSBA in merito all’integrazione salariale erano già state implicitamente bollate come illegittime anche dalla stessa Inps nella circolare 47/2020. Resta l’amarezza per l’incredibile decisione del Fondo, il silenzio delle sigle sindacali, l’assenza di un chiarimento in tal senso da parte del ministero del Lavoro. Ma oggi possiamo solo essere felici per il grande azione che abbiamo intrapreso e vinto. E non finisce di certo qui”.
“Sono tantissimi gli imprenditori che si sono rivolti a noi per ottenere la dovuta tutela – precisano i legali – e, dopo le vittorie al Tar, abbiamo attivato un’azione legale presso il giudice del lavoro rivolta a tutti coloro che si sono iscritti a FSBA dopo il 17 marzo al solo fine di richiedere la cassa integrazione. Questi artigiani hanno diritto di non rimanere vincolati alle richieste del Fondo e ad ottenere la restituzione di quanto eventualmente versato”.