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Covid, Sicilia al tracollo: altri 8 mila posti di lavoro in fumo

“I dati Istat del terzo trimestre segnalano che non c’è più tempo da perdere. Si apra un confronto sul Recovery fund che porti a una progettazione realistica in grado di risollevare le sorti della nostra regione. Il governo regionale si attivi sui fronti delle riforme, degli investimenti, della riprogrammazione dei fondi europei”:

lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, a proposito dell’ultima rilevazione congiunturale dell’Istat. “ Con il 38% della popolazione siciliana fuori dal circuito produttivo, un numero dei Neet pari a 466 mila, il 35% dei quali nella fascia tra 15 e 34 anni, altri 8 mila posti di lavoro venuti meno- afferma Mannino- la Sicilia si colloca in una zona davvero critica connotata da crescita di disagio e povertà. Di fronte a questo esiste la sola via d’uscita del confrontarsi, proporre e fare. Basta al gioco dello scaricabarile- sottolinea Mannino- ricordo che come sindacato siamo stati critici sul documento del governo regionale sul Recovery fund, si riprenda adesso la discussione partendo dai limiti e dagli errori di quel documento ”.

Mannino rileva che “la forte perdita di occupati nel terziario, -35 mila unità-  fotografa gli effetti dell’emergenza sanitaria e dà il senso del tracollo subito in questi mesi dai settori turismo, commercio, ristorazione e servizi. I tassi di disoccupazione, generale del 19%, femminile del 22,7% , il numero di inattivi pari a 1.556.000- aggiunge- ci consegnano una realtà di estrema difficoltà che mette a rischio il futuro della nostra isola e dei giovani e a fronte del quale lo stallo dell’azione del governo regionale non è accettabile”. Mannino sollecita dunque interventi : “Adesso- dice – occorre che le risorse europee che arriveranno non vengano sprecate, ma incanalate in progetti di sviluppo di ampio respiro. E’ arrivato il momento di una svolta, a partire dalle politiche messe in campo dal governo regionale., che tace sulle riforme e sulla spesa per investimenti. A Musumeci  chiediamo di aprire un confronto vero e costruttivo, preliminare alle scelte che andranno compiute, che dovranno andare in direzione di una nuova politica di sviluppo che spinga in avanti tutti i settori produttivi, a partire da un’industria sostenibile , e che si sostenga sulle gambe delle riforme necessarie: da quella delle politiche energetiche a quella della pubblica amministrazione”.

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