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Farmacia dei servizi, al via anche in Sicilia la sperimentazione

Introdotta in Italia dal decreto legislativo 153 del 2009 e mai appieno attuata nei nove anni trascorsi, ora grazie allo stanziamento di 36 milioni di euro nel triennio 2018-2020 inserito nella Legge di Bilancio 2018, parte finalmente la sperimentazione della “Farmacia dei servizi”.
E’ il modello di “pharmaceutical care” che assegna al farmacista in farmacia, in collaborazione con il medico di medicina generale, il compito di prendere in carico il paziente cronico e di seguirlo nel suo percorso terapeutico, con l’obiettivo di aumentare l’aderenza al piano di cura prescritto, di evitare un improprio utilizzo dei dispositivi medici e di diminuire successivi quanto costosi ricoveri, cosiddetti “impropri”.
E’ uno strumento che contribuirà ad implementare il progressivo processo di deospedalizzazione verso il territorio ed a produrre sostanziosi risparmi per il Servizio sanitario nazionale.
La novità è stata presentata oggi a Roma, agli Stati Generali della Farmacia Italiana (che hanno visto la partecipazione, fra gli altri, della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin), dal tesoriere nazionale di Federfarma, Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo, che ha spiegato: “Tali ricoveri impropri incidono in percentuali elevate che possono raggiungere anche il 30% dei costi ospedalieri del Servizio sanitario nazionale. Il progetto sperimentale I-Mur, proposto dalla Federazione nazionale degli Ordini dei farmacisti attraverso le farmacie di Federfarma, fra le quali anche le farmacie siciliane, che è stato validato e certificato dall’Università di Kent, ha dimostrato che la “pharmaceutical care” può ridurre di almeno il 30% i ricoveri impropri”.
Tobia ha aggiunto: “Questi risultati sono stati confermati in Spagna dallo studio ConSIGUE condotto dall’Università di Madrid su pazienti cronici in politerapia; e anche in Canada, dove i farmacisti svolgono attività di informazione e consulenza sull’uso dei farmaci, informando costantemente il medico sull’andamento delle terapie, monitorando la terapia ed intervenendo per adeguare tempi e dosi nella somministrazione: qui sono stati ottenuti progressi importanti nella gestione dei pazienti ipertesi. Infatti, questo tipo di intervento ha prodotto una riduzione media della pressione sistolica di 18,3 mm hg e, grazie a questo nuovo ruolo del farmacista, un risparmio di 7mila dollari all’anno per ciascun paziente”.
Lo stanziamento di 36 milioni di euro (6 nel 2018, 12 nel 2019 e 18 nel 2020) finanzierà progetti presentati dalle Regioni per la sperimentazione del modello sui territori, individuando le forme più efficienti di collaborazione fra Servizio sanitario e farmacie, nonché i servizi da attivare.
La Conferenza Stato-Regioni indicherà in quali regioni, tre per ogni anno, sarà attivata la sperimentazione attraverso l’attivazione e lo sviluppo di servizi di tipo prevalentemente cognitivo.
La Sicilia rappresenta certamente una delle regioni che ha la possibilità di essere scelta fra le prime. “Sono sicuro – ha osservato Roberto Tobia – che l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, si adopererà con la consueta e puntuale determinazione in tal senso, trovando nella rete delle farmacie siciliane un interlocutore tecnologicamente e professionalmente pronto ad accogliere questa ulteriore sfida”.
La “pharmaceutical care” comporta, fra l’altro, il controllo sulla puntuale e corretta assunzione dei farmaci per diabete e altre patologie croniche evitando dimenticanze o abusi che portano all’emergenza del ricovero, ma anche su allergie e valori anomali che possono insorgere durante la cura e che spesso spingono il paziente ad interromperla senza comunicarlo, o sul corretto utilizzo dei dispositivi medici come i device per le malattie respiratorie ostruttive. Inoltre, offre servizi professionali come il front office per le prenotazioni di visite e analisi e la consegna di referti, l’assistenza farmaceutica domiciliare, le autoanalisi e le preparazioni galeniche.
“In pratica – ha concluso Roberto Tobia – il farmacista assumerà un ruolo sempre più determinante a supporto dei pazienti, cronici e non, in strettissima collaborazione con le Asp, i medici di medicina generale ed i servizi di medicina territoriale, con l’obiettivo condivis

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