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L’economia oltre la pandemia: il nuovo paradigma passa dal digitale

La pandemia ha cambiato le regole del gioco all’interno di qualsiasi organizzazione aziendale dalla sanità, alla grande distribuzione passando per le utilities e le banche. Digitalizzazione, dematerializzazione dei processi e spinta all’innovazione sono le direttrici che hanno accomunato tutte le aziende (grandi o piccole) dal marzo del 2020 fino ad oggi. Su questo si è tenuto un confronto nell’ambito di una tavola rotonda ospitata nel primo giorno del convegno Sinergie-Sima (società italiana managment) in collaborazione con l’Università di Palermo e con il sostegno del Fondo sociale europeo Sicilia nell’ambito della programmazione 2014-2020.

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Dirigenti di azienda a confronto con il mondo dell’accademia per una due giorni che riunisce 300 studiosi di management e un centinaio tra professionisti e imprenditori. Per Vittorio Troia, direttore divisione Sicilia di Pac 2000a Conad la grande distribuzione ha affrontato “uno sforzo logistico per garantire l’approvvigionamento che è stato enorme”, ha spiegato, “e quando si sono riscontrati i primi casi in Italia come direzione nazionale abbiamo messo in atto un piano di emergenza individuando le priorità: per noi che siamo su un’isola era trovare prodotti con quantità anche normali rispetto a quello dovuto ma nonostante questo siamo andati fuori stock per alcune tipologie di merce perché c’è stata una corsa folle al prodotto”.

Numerosi i costi che si sono dovuti affrontare, soprattutto in termini di misure di sicurezza per garantire i propri collaboratori. “Per certi versi noi siamo stati in prima linea”, spiega, “i nostri addetti nel corso della giornata incontravano più persone di quanto non poteva fare un sanitario, ad esempio”. Riorganizzazione rapida è stata quella alla quale è stata chiamata anche la componente di diritto privato della sanità ha ricordato la presidente di Aiop, Barbara Cittadini, “ho trovato la volontà di fare fronte comune ad un problema e non abbiamo mai avvertito la differenza tra la componente di diritto pubblico e privato”. A fronte di questo sforzo organizzativo che ha permesso di comprendere le potenzialità di una più stretta sinergia tra le due componenti della sanità, adesso però serve andare avanti. “Il maggiore problema che i pazienti e gli utenti del sistema sanitari nazionale hanno scontato”, spiega Cittadini, “è stato il blocco delle attività non urgenti e differibili per un trimestre”. Questo non ha fatto altro che aumentare le liste d’attesa “che già erano abnorni”.

“Servono risorse per adeguare la spesa”, ha spiegato Cittadini, “va fatta una riforma di sistema di tipo economico e strutturale. Quello che segnaliamo, già prima del lockdown, deve essere fatto con maggiore forza oggi. Il non utilizzare una potenzialità come la componente di diritto privato che è stata congelata dal 2009, potrebbe aiutare a smaltire le liste di attesa. Il dl 95 del 2012 blocca sine die la spesa della componente di diritto privato. E’ stato immaginato dal governo Monti in un momento emergenziale ma è diventato sistemico. Di fronte ad una domanda così mutata e aumentata in qualità e quantità bisognerebbe sfruttare tutte le potenzialità che il sistema sanitario ha”. Potenzialità e nuove risorse che potrebbero adesso arrivare grazie al Pnrr che potrebbe finanziaria anche i 20 progetti per circa 120 milioni di euro individuati da Siciliacque. Per l’amministratore delegato della Società, Stefano Albani, “gli investimenti in tecnologia nel settore dei servizi idrici sono un po’ indietro”.

Secondo le stime sulle utilities a livello nazionale, ha continuato “stimiamo un fabbisogno minimo di investimenti di almeno 40 miliardi di euro così divisi: 20 nell’idrico, 12 nell’energetico e 8 nell’ambientale”. Il dopo pandemia implica anche un cambiamento di prospettiva necessario. Lo sostiene il direttore della Bcc don Rizzo di Alcamo, Antonio Pennisi, “Finora abbiamo preso tempo”, dice Pennisi, “adesso dobbiamo scegliere su quali aziende puntare e quali invece non è opportuno siano sostenute. Vuole dire cambiare la cultura di questo paese ovvero che tutto comunque deve essere sostenuto: una cosa che non è più possibile. Questa è la sfida del futuro. Quali settori nei quali credere? I settori primari e lo sviluppo del settore turistico con Sicilia che è un brand internazionalmente apprezzato”.

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