La Ugri- Servizi per l’Ambiente è un’ azienda palermitana che opera, prevalentemente, con i suoi servizi in tutta la Sicilia, ma che sviluppa attività anche oltre lo Stretto. Lavora sia con il pubblico che con il privato. Ascoltare i bisogni della comunità è la mission con la quale la Ugri affronta il lavoro rivolgendosi alle […]
“Dove si è nascosto l’interporto di Termini Imerese? Che fine ha fatto? In quale cassetto o scrivania ha perso la strada?”.
Le imprese lo aspettano. I grandi gruppi ne avrebbero bisogno per fare base logistica in Sicilia occidentale. L’Unione Europea lo ha finanziato.
Questa è una storia all’incontrario. Qui ci sono i soldi, 80 milioni. Ci sono i pareri, positivi. C’è perfino la VIA, Valutazione d’Impatto Ambientale.
C’è tutto, insomma. Però i lavori non vengono appaltati.
Eppure l’Interporto è un’opera strategica.
In termini logistici l’interporto è quel complesso di strutture e collegamenti come magazzini, svincoli, binari ferroviari, che favoriscono lo stoccaggio, il deposito temporaneo e lo smistamento di merci.
In termini economici: le imprese della Sicilia occidentale pagano ogni anno il 15% in più di costi per la logistica.
E insieme con l’interporto c’è il sottopasso di Termini Imerese che dovrebbe mettere in collegamento la zona portuale con l’interporto. Un appalto da 7 milioni di euro. Anche qui: soldi già stanziati. Finanziamenti pronti. Autorizzazioni e permessi già concessi. Mancano solo i cantieri. Quella dell’interporto di Termini Imerese è una corsa ad ostacoli.
Originariamente previsto nel Piano Generale Trasporti del 1986. Individuato dalla Legge Obiettivo del 2001. Approvato dal CIPE nel 2009. Diventa un progetto e viene appaltato nel 2013. Aggiudicazione definitiva nel 2014 e poi revoca alla Tecnis nel 2017. Poi lo stop. Dal 2017 si aspetta il nuovo bando. Bisognerebbe realizzare i magazzini di smistamento, il binario ferroviario, i magazzini per la catena del freddo. La Sis, Società Interporti Siciliani è stazione appaltante. E la Sis è partecipata per il 89,7% dalla Regione, per il 10% dall’AST. Pertanto la scelta è solo politica.
“A Catania – fa notare il vicepresidente vicario di Sicindustria Alessandro Albanese – invece funziona già il Polo Logistico ed è in via di realizzazione il Polo Intermodale. A Catania. Fa discutere il silenzio del territorio. Si parla di Interporto di Termini soltanto in campagna elettorale. Non vorrei che tra Catania e Palermo ci fossero antagonismi e faziosità. Il tempo del derby è già finito”.