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Messina, Cisl: Tonino Genovese confermato segretario provinciale

Tonino Genovese è stato confermato, per la terza volta, segretario generale della Cisl Messina. Ad eleggerlo è stato il XVIII Congresso territoriale del sindacato che si è tenuto presso l’Arsenale Militare – AID di Messina al termine di due giorni di lavori molto intensi che hanno visto una larghissima partecipazione di rappresentanze istituzionali, politiche e religiose, oltre che del mondo del lavoro. Tonino Genovese sarà affiancato dalla segreteria composta da Mariella Crisafulli e Antonino Alibrandi.

I lavori congressuali sono stati caratterizzati da un lungo e approfondito dibattito, impreziositi dagli interventi degli ospiti istituzionali come il contrammiraglio Nicola De Felice, il capitano di vascello Antoine Manna, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, l’Arcivescovo di Messina Giovanni Accolla, il rettore dell’Università di Messina Pietro Navarra, gli onorevoli Enzo Garofalo e Bruno Mancuso.

L’apertura dei lavori è stata caratterizzata dalla relazione del segretario generale Tonino Genovese che ha affrontato i temi di attualità che interessano il mondo sindacale e il territorio.

«Alcuni indicatori della provincia di Messina – ha detto il segretario generale Tonino Genovese – mostrano quanto siano gravi e tendenzialmente preoccupanti le condizioni socio-economiche e rappresentano una realtà in ginocchio, che fatica ad invertire il trend e che, dolentemente, si trascina verso un declino pericolosamente irreversibile».

«A Messina – ha continuato – non solo si invecchia sempre di più, ma diminuisce anche la popolazione (dato questo in controtendenza rispetto al dato sia siciliano che italiano). Ci sono poche nascite e i giovani, senza una prospettiva vera di lavoro cercano soluzioni di vita altrove. Una condizione, oggi, che crea un aumento dei bisogni delle tutele e del sostegno sociale con la crescente necessità di attenzioni nei confronti della povertà e del diritto alla casa, alla salute, all’assistenza sociale. Il disagio sociale intreccia dimensioni e settori diversi del vivere quotidiano. La povertà assoluta, in particolare in Città, è un’emergenza che ha impellente necessità di una risposta concreta perché chiude orizzonti ai bambini e nega il futuro ai giovani. Serve un segnale forte e concreto che restituisca dignità e speranza a chi è ultimo ma non per sua volontà».

Tonino Genovese ha evidenziato anche il lavoro di questi ultimi anni della CISL di Messina. «Strutturato, organizzato e riadeguato alle esigenze, con scelte nate dal confronto continuo, dalle analisi dei dati territoriali, dalla loro elaborazione e dai bisogni che scaturivano e che ci hanno spinto a creare piattaforme e gruppi di studio interessati solo alla soluzione dei problemi. Adesso, dobbiamo consolidare l’organizzazione e rilanciare, utilizzando strumenti innovativi, aumentare la partecipazione diretta. In una sfida, nuova e moderna, da affrontare e vincere con la passione sociale e l’impegno tradizionale delle nostre radici. Il rispetto delle regole, il rispetto della comunità, siano stimolo vitale per quanti intendono costruire e non rassegnarsi alla sopravvivenza. Per affrontare sfide nuove dobbiamo pensare a costruire un territorio che viva di lavoro, che favorisca la produzione di reddito e la sua redistribuzione. Per fare questo c’è bisogno di un’impresa».

Per il segretario generale della Cisl Messina ci vuole uno scatto d’orgoglio per unire. «Non ci vuole poi tanto, basta un po’ di buona volontà e di convinzione. Basta mettere insieme le forze buone, quelle che vogliono far vivere la nostra realtà. Il lavoro possiamo crearlo, abbandonando il disinteresse, il disfattismo e cambiando rotta diventando protagonisti di benessere. Ci sono cospicue risorse destinate al nostro territorio, non sprechiamole. Soprattutto spendiamole. Diventiamo, quindi, tutti vigili e incalziamo coloro che ritardano, compromettono il buon fine, coloro che si nascondono dietro il non si può o peggio dietro le incompetenze, le incapacità e le irresponsabilità».

Nel pieno spirito dei lavori del Congresso il segretario nazionale confederale Piero Ragazzini che ha evidenziato come «la presenza così forte di tutta la città ai nostri lavori è un segno di grande attenzione alla nostra organizzazione che negli anni ha fatto e continua a fare proposte per il territorio. Rimettiamo al centro del dibattito la persona e il lavoro – ha detto – soprattutto il lavoro dopo gli anni in cui si è pensato che fare i soldi con i soldi fosse l’unico paradigma per il futuro. Bisogna dare dignità al lavoro e alle persone. La Cisl del futuro passa dal rapporto con Europa e con il territorio, dalla contrattazione e dalla partecipazione. Bisogna cogliere il grido dei più deboli e dargli risposte. Dobbiamo, inoltre, porci l’obiettivo di rafforzare l’unità dell’organizzazione e ripensare l’essere e fare sindacato».

Le conclusioni del Congresso, al termine di due giorni di dibattito e confronto, sono state del segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo. «Abbiamo messo al centro dell’attenzione il lavoro, le persone e la loro dignità, la comunità e il futuro – ha detto – è importante l’utilizzo dei fondi sui patti territoriali della Sicilia ma anche quelli con le città metropolitane. Ad esempio, Messina ha 770 milioni di euro da utilizzare e in quella direzione è indispensabile che le Amministrazioni producano i progetti esecutivi per avviare la cantierabilità dei progetti. Un’azione forte che deve produrre la Cisl in tutta l’isola e soprattutto a Messina che rappresenta un nodo essenziale per dare sviluppo e lavoro alle nuove generazioni».

Milazzo ha ribadito l’importanza della realizzazione del Ponte. «Lo abbiamo sempre ritenuto un’opera strategica e non ha un costo eccessivo. L’ultimo studio di Rfi ha stimato in circa 3.5 miliardi. È una spesa che può essere effettuata perché creerebbe sviluppo e opportunità di lavoro per attrarre investimenti adesso fermati dal gap infrastrutturale e logistico della regione. Il Ponte sarebbe un volano di sviluppo per l’intera isola integrandolo alle altre opere, come il raddoppio ferroviario Catania-Palermo e la chiusura dell’anello autostradale».

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