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Petrolio, a Ragusa l’allarme della Cgil

L’industria estrattiva in provincia di Ragusa in mancanza di interventi significativi che possano invertire la rotta, sembra destinata a sparire. Addio petrolio, dunque?

È emerso nella riunione del direttivo provinciale Filctem Cgil Ragusa, tenutasi nei giorni scorsi alla presenza del segretario provinciale della categoria Filippo Scollo.
Le organizzazioni sindacali avevano già segnalato che negli ultimi anni la produzione di greggio e gas delle concessioni attive in provincia di Ragusa fosse in netto calo, in particolare negli ultimi due anni il crollo è stato vertiginoso.
Nell’ultimo quadriennio, la produzione per le concessioni minerarie che insistono in provincia di Ragusa, passa da 5000 barili di olio al giorno estratti nel 2014 a circa 1000 per i soli campi Enimed.

Le cause, oltre al normale esaurimento dei pozzi, sono da ricercarsi in uno sfruttamento intensivo che ha di fatto compromesso la produzione futura dei giacimenti della concessione Sant’Anna (meglio conosciuta come Tresauro), ma anche nella mancanza di investimenti da parte delle aziende, in particolare Enimed, operanti sul territorio.
Ci riferiamo agli investimenti che riguardano la ricerca di nuovi giacimenti e l’ottimizzazione di quelli esistenti, oltre alla mancata esecuzione di interventi periodici sui pozzi, necessari al mantenimento delle loro perfomance erogative nel tempo.
E’ questo il caso dei giacimenti di Ragusa il cui trend produttivo di greggio (dati estratti dal sito Unmig) è in netto calo. Lo denuncia il segretario Filtcem Cgil Ragusa, Filippo Scollo.

Il protocollo d’intesa firmato con Eni a Gela nel 2014 prevedeva in attività upstream 1,8 miliardi di euro d’investimento, parte dei quali sarebbero ricaduti in attività di ricerca ed estrazione proprio sul nostro territorio. Ad oggi riteniamo ci siano le condizioni di mercato per pretendere che tali investimenti possano essere messi in atto.
Allo stesso modo chiediamo alla politica di farsi agente promotore e non, come spesso accade, fattore di resistenza dei piani di sviluppo di questo importante settore, che tanto ha dato alla nostra comunità anche in termini di risorse finanziarie derivanti dalle royalties.
Il territorio ibleo è stato tra l’altro la sede di un importante progetto di ricerca e sviluppo in chiave green, frutto della collaborazione tra Eni e un’azienda locale.

A Ragusa è in attività un impianto pilota per la biofissazione della CO2, processo dal quale si produce un’alga per ricavarne bio-olio.
Nella speranza che i frutti di questa ricerca possano ricadere sul territorio ragusano, pensiamo dunque ad un futuro che possa coniugare l’esistenza di energia tradizionale.

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