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Rating di legalità: un vantaggio per le aziende

Un webinar su “Rating di Legalità e Modello Organizzativo ex D.Lgs. 231/2001: novità e spunti per la valorizzazione degli strumenti di corretta gestione aziendale”.

Ad organizzarlo la Conferenza degli ordini dei commercialisti presieduta da Maurizio Attinelli che continua a focalizzare l’attenzione sul ruolo della professione anche da un punto di vista delle responsabilità e dell’etica. Dopo i saluti iniziali di Attinelli, a prendere la parola è stato il presidente della FAI Antiracket e antiusura Renzo Caponetti ha sottolineato il ruolo del commercialista che deve essere intentato a far aderire le imprese al Rating di legalità. L’avvocato Carmelo Giurdanella ha trattato delle agevolazioni previste dalla legge per le imprese che aderiscono alle disposizioni del Rating della legalità, mentre il dottor Domenico Merlino ha trattato decreto legislativo 231/2001 con la previsione di una responsabilità personale e diretta dell’ente collettivo (intendendosi come tali sia gli enti forniti di personalità giuridica e le  società e associazioni anche prive di personalità giuridica) per la commissione di una serie di reati da parte delle persone fisiche ad esso legate, che abbiano agito nell’interesse o a vantaggio dell’ente.

Il Decreto Legislativo 231/01 stabilisce le responsabilità del datore di lavoro e dell’azienda in caso di illeciti compiuti dai propri dipendenti. In tali casi il datore di lavoro può tutelarsi da azioni legali se può dimostrare di aver adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi. Il presidente Attinelli ha poi puntualizzato che il rating di legalità è uno strumento innovativo, introdotto in Italia nel 2012, volto alla promozione e all’introduzione di principi di comportamento etico in ambito aziendale; si traduce in un’attestazione rilasciata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) indicante il rispetto della legalità e del grado di attenzione riposto nella corretta gestione del proprio business da parte delle imprese che ne facciano richiesta. La misurazione avviene con le “stellette: l’impresa può ottenere una stelletta quando risponde ai “requisiti minimi” previsti dal regolamento, potendo però vedersi riconosciuto un incremento di un “+” per ogni requisito aggiuntivo che essa dichiari di rispettare in virtù dell’adesione a protocolli di legalità contro le infiltrazioni della criminalità organizzata; dell’adozione di modelli 231 o modelli per la prevenzione della corruzione, dell’iscrizione in white list, dell’adozione di codici di autoregolamentazione, modelli organizzativi; il punteggio massimo è di tre stellette. Questo strumento, sviluppato da Autorità garante della concorrenza e del mercato in accordo con i Ministeri degli Interni e della Giustizia, riconosce premialità alle aziende che operano secondo i principi della legalità, della trasparenza e della responsabilità sociale.

Il presidente FAI Renzo Caponetti ha riferito che a dicembre 2020 risultano 8.032 soggetti in possesso del Rating, di cui circa il 59,4% (4.767) presentano una sola “stelletta”, il 33,6% (2.699) due “stellette”, mentre solo il 7% (566) può vantare la terza “stelletta”. La maggior parte delle domande di attribuzione del Rating di Legalità proviene da società ed enti di medie dimensioni, il cui fatturato è compreso tra i due e i cinque milioni per il 40% dei casi e tra i cinque e i quindici milioni per il 29% dei casi. Il 37% circa delle imprese richiedenti il rating di legalità opera nel settore dell’industria manifatturiera, il 18% nel settore dell’edilizia e il 13% nel commercio poi società che svolgono attività nell’ambito dei servizi alle imprese (6,5%), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (4%).

Il coordinatore degli ordini dei commercialisti della Sicilia, in ordine ai  benefici di questa attestazione, afferma che in sintesi le imprese si attendono maggiori opportunità di business, la massima trasparenza sul mercato e i miglioramenti dell’immagine aziendale, anche grazie allo spazio dedicato sul sito internet dell’AGCM e alle informazioni contenute sulle visure delle Camere di Commercio; le imprese, migliorando la propria reputazione, ottengono benefici nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (preferenza in graduatoria a parità di punteggio o l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo rispetto a concorrenti sprovvisti di Rating; riduzione del 30% dell’importo della garanzia da produrre per la partecipazione a procedure di gara) e nel rapporto con gli Istituti di Credito (in sede di accesso al credito bancario pertanto può significare una concreta riduzione della tempistica e degli oneri di competenza nelle richieste di finanziamento o la variazione della determinazione di talune condizioni economiche).

Possono richiedere l’attribuzione del Rating imprese o enti che svolgono attività d’impresa purché siano rispettati i seguenti requisiti: sede operativa nel territorio nazionale; fatturato minimo di due milioni di euro; che alla data della richiesta di Rating risultino iscritti da almeno due anni, nel registro delle imprese o nel R.E.A.

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