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A partire dal 6 marzo è possibile presentare la richiesta per accedere al Reddito di Cittadinanza. Possono richiederlo: cittadini italiani, europei, lungo soggiornanti, residenti in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.
Per accedere al Reddito di Cittadinanza
E’ necessario avere alcuni requisiti. Per esempio:
L’Isee aggiornato deve essere inferiore a 9.360 euro annui; un patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa, non deve superare i 30.000 euro; il patrimonio finanziario deve essere inferiore ai 6.000 euro.
Il limite cambia se il nucleo familiare è numeroso o se conta persone con disabilità. Nessuno dei componenti familiari deve aver lasciato il lavoro
a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi precedenti.
Se si accede al Reddito di Cittadinanza, il beneficio economico varierà in base al reddito, alle spese per affitto o mutuo e alla composizione della tua famiglia.
Alcuni esempi: se vivi da solo potrai ricevere fino a 780 euro al mese.
Se la tua famiglia è composta da due adulti e due figli ancora minorenni, potrai ricevere fino a 1.180 euro, o fino a 1.280 se uno dei due figli è maggiorenne.
Come si richiede il Reddito di cittadinanza
E’ possibile presentare la domanda a partire dal 6 marzo direttamente on line sul sito Redditodicittadinanza, presso tutti gli Uffici Postali
oppure in un qualunque CAF.
Da ricordare: per richiedere il Reddito di Cittadinanza bisogna avere un ISEE aggiornato da richiedere ai CAF oppure on line sul sito dell’INPS.
Inoltre, per presentare la domanda online bisogna possedere l’Identità Digitale attivando il Sistema Pubblico di Identità Digitale presso uno degli Identity Provider accreditati.
Per richiedere le credenziali SPIDbisogna andare sul sito dell’AGID e informati su come ottenerle.
Per tutte le richieste presentate l’INPS verificherà l’esistenza dei requisiti necessari. Se la domanda sarà accettata, ti sarà comunicato, a fine aprile, quando e in quale ufficio postale potrai ritirare la carta del Reddito di Cittadinanza sulla quale saranno via via caricate le varie mensilità. Dopo l’accettazione, sarai contattato dai Centri per l’Impiego o dal Comune per avviare la tua formazione e l’inserimento lavorativo
o un programma di inclusione attiva.
C’è tempo fino al 31 marzo per presentare la domanda per maturare il contributo già dal mese di aprile.
Le informazioni contenute nella domanda del Reddito di cittadinanza sono comunicate all’INPS entro dieci giorni lavorativi dalla richiesta. L’INPS, entro i successivi 5 giorni, verifica il possesso dei requisiti sulla base delle informazioni disponibili nei propri archivi e in quelle delle amministrazioni collegate e, in caso di esito positivo, riconosce il beneficio che sarà erogato attraverso un’apposita Carta di pagamento elettronica (Carta Reddito di cittadinanza) che, attualmente, viene emessa da Poste Italiane. Oltre all’acquisto di beni e servizi di base, essa consente di effettuare prelievi di contante entro un limite mensile non superiore a 100 euro per i nuclei familiari composti da un singolo individuo (incrementata in base al numero di componenti il nucleo) ed effettuare un bonifico mensile in favore del locatore indicato nel contratto di locazione o dell’intermediario che ha concesso il mutuo.
È vietato l’utilizzo del beneficio per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità. Ai beneficiari della Carta sono estese le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e quelle riguardanti la compensazione per la fornitura di gas naturale riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate.
Il beneficio deve essere fruito entro il mese successivo a quello di erogazione. L’importo non speso o non prelevato viene sottratto nella mensilità successiva, nei limiti del 20% del beneficio erogato. Fanno eccezione gli importi ricevuti a titolo di arretrati. È prevista inoltre la decurtazione dalla Carta degli importi complessivamente non spesi o non prelevati nei sei mesi precedenti, ad eccezione di una mensilità. Le modalità di monitoraggio e verifica della fruizione del beneficio e delle eventuali decurtazioni saranno definite con un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.