La casa green fa bene all’ambiente e anche al portafoglio. Nell’ultimo anno, complici le aspettative sul calo dei tassi di interesse e le offerte lanciate da alcune banche per cavalcare l’onda della direttiva Ue sull’efficientamento energetico degli immobili, il costo dei mutui per abitazioni di Classe A e B ha segnato una forte contrazione. Secondo […]
Finanziaria in un cul de sac. A sorpresa la commissione Bilancio dell’Ars, che da giorni navigava senza bussola senza mai poter entrare nel merito delle norme inserite in manovra, ha approvato una proposta di proroga di un mese dell’esercizio provvisorio, in scadenza il 28 febbraio.
Sui dieci deputati presenti in commissione al momento della votazione, sei si sono espressi a favore della proroga – tra cui alcuni commissari della maggioranza – quattro i contrari, tra cui due esponenti del Pd e i due del M5s. La proposta dunque è passata, nonostante il parere negativo espresso durante la seduta dal governo, rappresentato in commissione dall’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei. A questo punto toccherebbe al governatore Rosario Crocetta portare in giunta la delibera per la proroga, come richiesto dalla commissione, e poi, dopo l’eventuale approvazione, trasmetterla all’Assemblea per il voto d’aula. Ma non è così scontato. Crocetta, riferiscono i suoi, ha colto con estrema irritazione il blitz della commissione e sarebbe propenso a non mollare.
E qui, radio Palazzo, indica due strade, alquanto complicate e anche in questo caso non scontate. La prima porta alla massima carica di Palazzo dei Normanni: Giovanni Ardizzone. In teoria, il presidente dell’Ars, preso atto del fallimento dei lavori in commissione, potrebbe forzare la mano e portare direttamente la finanziaria in aula martedì prossimo contingentando i tempi, forte della delibera dell’ultima conferenza dei capigruppo sulla calendarizzazione dei lavori, che prevede l’approdo a sala d’Ercole della manovra proprio il 21 febbraio. Scenario abbastanza complicato. Se la commissione in quattro sedute non è riuscita a votare nemmeno uno dei 300 emendamenti per via delle profonde divisioni all’interno della maggioranza e soprattutto del Pd, portare il testo in aula significherebbe trasformare il Parlamento in un Vietnam.
La seconda ipotesi è quasi surreale: alcuni deputati starebbero verificando con gli uffici dell’Ars la possibilità di presentare un ddl parlamentare di proroga del bilancio, questo nell’eventualità che il governatore s’intestardisse nell’idea di far approvare la manovra entro i termini previsti, ossia fine febbraio. A memoria, alcuni deputati e alcuni funzionari di palazzo dei Normanni non ricordano precedenti in tal senso, e non è ancora chiaro se questa strada sia percorribile per regolamento. Insomma, la guerra intestina alla coalizione di centrosinistra, come anticipato da il Mattino di Sicilia nei giorni scorsi, sta tenendo in stand by il bilancio della Regione. Il ricorso a un altro mese di proroga comporterebbe problemi di gestione della spesa non indifferenti. E con le elezioni amministrative alle porte sarebbe un bel guaio.