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Sisma 90: rimborsi delle tasse spettano a Ragusa, Siracusa e Catania

“Capita spesso di leggere, tra le righe dei vari quotidiani, sentenze favorevoli ai vari contribuenti in merito alla richiesta delle somme per la famigerata vicenda del “Sisma 90”. Da varie testate si apprende che qualcuno si è impegnato nell’ottenimento di questo successo, ma, con amarezza, spiace dire che spesso non è così.

Sia perché i successi sono ascrivibili ai difensori dei lavoratori, commercialisti in primis nonché agli avvocati che hanno curato il patrocinio in Cassazione, poi perché è una battaglia che risale alla notte dei tempi, quando ancora alcuni paladini del rimborso facevano altro e l’Associazione nazionale commercialisti manteneva accesi i riflettori sulla tematica riguardante il rimborso “Sisma ’90” per non far cadere nel dimenticatoio l’ingiustizia subita da numerosi contribuenti”.

A sottolinearlo i presidenti di Ragusa e Siracusa, le aree interessate dal terremoto della notte di Santa Lucia del 1990, dell’Associazione nazionale commercialisti, rispettivamente Antonietta Laterra e Salvo Geraci. “Non può passare inosservato il fatto che – aggiungono i due – con la Finanziaria 2014, il governo di turno ha contorto e reso più difficile la possibilità di ottenere il sospirato rimborso che fino ad allora veniva pressoché riconosciuto a tutti coloro che avevano presentato l’istanza di rimborso. Questa nuova legge, purtroppo, esclude categoricamente tutte le imprese che avevano pagato le imposte per gli anni 1990, 1991 e 1992, che fino alla data dell’approvazione della legge del 2014, avevano ottime ragioni di sperare; ma quello che è più odioso è l’aver escluso i lavoratori dipendenti che ebbero a presentare l’istanza di rimborso oltre il termine del 30 marzo 2010.

Inoltre lo stesso governo, neppure un anno fa, rispondendo all’interrogazione di un parlamentare, ha ribadito che non intendeva ritornare sui suoi passi”. Ecco perché i commercialisti, ed in particolare l’Anc, con i presidenti di Ragusa e Siracusa, Laterra e Geraci, impegnatisi fino a questo momento nella battaglia di riconoscimento dei diritti dei lavoratori, quasi mai sotto i riflettori, anzi in modo sommesso, hanno portato a casa i risultati che la Corte di cassazione oggi avalla.

“Risultati che, adesso, sono patrimonio di tutti – spiegano ancora i due presidenti – e a tal fine si segnala l’ennesima ordinanza della Cassazione civ. Sezione VI – 5 Ordinanza, 26-09-2016, n. 18905. Ma molti lavoratori saranno delusi a causa di scelte legislative sbagliate. Tuttavia ancora si tenteranno strade e percorsi di diritto fino ad adire alle autorità Ue, al fine di raggiungere il risultato di eliminare la legge che lede il c.d. legittimo affidamento di ogni persona che aspira al rimborso, anche grazie al lavoro di convegnistica e di ricerca che l’Anc, presieduta a livello nazionale da Marco Cuchel, porta avanti con il supporto scientifico del dott. Ivano Tarquini. Quindi la vera battaglia, oggi, è quella di eliminare questa assurda e incomprensibile normativa che riconosce nuove motivazioni agli uffici al fine di negare il rimborso”.

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