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Sistema portuale della Sicilia occidentale: arrivano nuove risorse per 195 milioni

La IX Commissione parlamentare (Trasporti, poste e telecomunicazioni) è stata ospite stamane del presidente dell’Autorità di Sistema portuale della Sicilia occidentale, Pasqualino Monti: un incontro utile a verificare lo stato dell’arte dei porti del Sistema e le relative esigenze infrastrutturali e finanziarie.

Sistema portuale della Sicilia occidentale

La delegazione era composta dalla presidente Raffaella Paitae dai deputati Paolo Ficara (M5S), Edoardo Rixi (Lega), Davide Gariglio (PD), Giusi Bartolozzi, (FI), Marco Silvestroni (FdI), Francesco Scoma (IV) e Antonio Tasso (Misto). Presenti anche il contrammiraglio Roberto Isidori, direttore marittimo della Sicilia occidentale e comandante della Capitaneria di porto di Palermo, e l’ammiraglio isp. a. Salvatore Gravante, segretario generale dell’AdSP. 

Dopo le parole di Monti che ha illustrato i lavori avviati dall’Authority, alcuni dei quali già conclusi, la commissione si è resa personalmente conto degli interventi in corso, visitando i principali cantieri del porto di Palermo, a bordo di una motovedetta della Capitaneria di porto.

“E’ evidente in questo porto – ha commentato la presidente Raffaella Paita – la capacità di creare ordine nelle funzioni: c’è il settore crociere in pieno sviluppo infrastrutturale; c’è la cantieristica con il ruolo importante di Fincantieri; è stato ricostruito un rapporto con la città che non è affatto un aspetto marginale, e poi c’è il traffico commerciale che dà i suoi risultati. Su tutti questi punti esistono progetti in corso o pronti a partire: mi pare che ci siano tutte le condizioni per un auspicato salto di qualità. Ho conosciuto meglio una realtà, nelle sue varie sfaccettature, che rivendica con orgoglio il diritto di questo territorio a fare il salto di qualità in termini di modernizzazione e di crescita, senza per questo però rinunciare alle vocazioni originarie che adesso hanno una capacità di sviluppo più composto e più ordinato anche dal punto di vista pianificatorio. Noi, di contro, cerchiamo di rispondere con norme più snelle, evitando l’eccesso di burocrazia e velocizzando la realizzazione delle opere. E’ significativo che il presidente Monti sia stato nominato commissario per importanti opere portuali: oltre 300 milioni di interventi non sono poca cosa”.

 “Aver avuto con noi la Commissione trasporti – ha detto Monti – è un segnale importante che dimostra l’impegno del governo, attraverso il parlamento, nei nostri confronti e la fiducia riposta nel nostro operato. Il nostro impegno è quello di costruire un progetto credibile, in grado di far emergere le enormi potenzialità inespresse degli scali che compongono questa Autorità, e di convogliare le necessarie risorse. Non è un caso se, oltre ai 155 milioni destinati al rilancio della cantieristica navale nel porto di Palermo e alla realizzazione del sistema di interfaccia porto-città – lavori per cui sono stato nominato commissario dal presidente Mario Draghi – dal Pnrr sono arrivati ulteriori 195 milioni per il cold ironing – il processo che permette lo spegnimento dei motori navali durante l’ormeggio in porto, senza però far venir meno l’erogazione di energia richiesta da essa – in tutti e quattro i porti del Sistema, Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle; per il consolidamento, a Palermo, delle banchine sud dei moli Piave e Santa Lucia e l’adeguamento statico della banchina Vittorio Veneto; per il consolidamento del molo sopraflutto all’Acquasanta e il completamento del molo foraneo nel porto dell’Arenella. A Trapani, invece, i fondi sono destinati ai lavori di dragaggio dell’avamporto e delle aree a ponente dello sporgente Ronciglio. Questa Authority ha chiuso l’anno della pandemia con un bilancio di 25 milioni di euro, le imprese private che operano in porto hanno assunto lavoratori, dimostrando che quando si produce economia reale si crea anche occupazione stabile. Lavoriamo, insomma, per rimettere la nostra portualità sulla strada dello sviluppo europeo con investimenti produttivi, riforme, cultura d’impresa, affondando le radici nell’attitudine al fare. Di più: al fare bene”. 

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